[TFF34] Yoga Hosers, la recensione

Pensato come piccolo showcase per le proprie figlie da Kevin Smith e Johnny Depp, Yoga Hosers si perde nella seconda parte. Ma a livelli che raramente visti

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Le Yoga Hosers sono le fissate con lo yoga, ovvero le due sedicenni da high school al centro del film, costrette a fare da commesse nel drugstore di famiglia di una delle due. Come possono fanno yoga con il loro maestro Yogi Bayer (tempestato da telefonate degli avvocati della Warner), suonano e cantano in un gruppo rock nel retro del drugstore, odiano i clienti, chiudono l’ingresso con motivazioni assurde, trattano tutti con sprezzo e acidità da adolescente stufa, sono sveglie, sanno quelle che vogliono e non sopravvivono molto senza cellulare. Il setting di quest’ultimo film di Kevin Smith è a dir poco impeccabile, i dialoghi danno il loro meglio e la prima mezz’ora è un vero piacere.

Sembra pieno di voglia di fare, montare, dirigere attrici e scherzare con serietà stavolta, e addirittura anche le due protagoniste, rispettivamente la figlia di Kevin Smith stesso (Harley Quinn Smith, subito una medaglia al valore anagrafico) e la figlia Johnny Depp e Vanessa Paradis (Lily-Rose Depp) sono impeccabili. C’è chimica tra le due, recitano bene, sì intendono, sono rapide e svelte, dinamiche e convincenti. Sembra davvero tutto perfetto quando il film entra nel vivo e rovina qualsiasi premessa svelando la propria missione.

La storia è collegata a Tusk (le due ragazze sono quelle che alla fine del film trovavano il protagonista) e fa la sua comparsa di nuovo il detective Guy Lapointe, interpretato da un irriconoscibile Johnny Depp (ma se è per questo c’è anche Vanessa Paradis in un altro piccolo ruolo). Siamo oltre ogni caricatura e lentamente la storia di due sedicenni che volevano andare ad una festa di ragazzi più grandi ma si trovano in mezzo al piano di un nazista scongelato dal sonno criogenico e armato di un esercito di minifuhrer insaccati, mostra di essere una scusa per far recitare le figlie, per metterne in mostra talenti e abilità, tutto sotto gli occhi amorevoli dei genitori, anch’essi liberi di sbizzarrirsi come se non ci fossero adulti responsabili (Johnny Depp non ha freni e dà sfogo ai suoi difetti peggiori andando oltre ogni tollerabile macchiettismo).

Da Lily-Rose Depp e il suo immotivato showcase di francese, al canto, al ballo, alle doti atletiche fino ad una gamma (più o meno) vasta di espressioni. Tutto sta lì per loro, ma la trama che doveva essere svelta e ironica non ingrana mai davvero, tanto tutti sembrano preoccupati del loro posto sotto il riflettore, tanto sembra che chi prendeva le decisioni non avesse il polso fermo e la capacità di dirigere la seconda parte del film con la stessa ferma chiarezza della prima. Alla fine Yoga Hosers dimostra soltanto che anche per un midnight movie senza pretese, che vuole divertirsi prendendo in giro il Canada con un po' di splatter e una trama scema, serve rigore e disciplina, altrimenti si finisce appresso alle faccette di Johnny Depp.

Continua a leggere su BadTaste