[TFF34] Between Us, la recensione

Dopo un profluvio di parole che servono a ben poco, Between Us con le avventure di una notte dei suoi due protagonisti trova il respiro della vera imprevedibilità

Critico e giornalista cinematografico


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La parte migliore di Between Us si svolge in una giornata, una che inizia al pomeriggio e finisce il mattino dopo. Circa 20 ore in cui un rapporto tra due persone passa dalla massima vetta di unione all’abisso opposto. Non solo è quella la parte in cui il ritmo sale e gli eventi cominciano ad intrecciarsi ad un livello tale da tenere sempre desta la voglia di altre informazioni, ma è anche quella in cui realmente ciò che accade sullo schermo acquista un senso diverso e superiore rispetto alla storia narrata.

In precedenza questo film di Rafael Palacio Illingworth aveva messo due fidanzati nella condizione di uscire da un impasse. Esortati dalla famiglia e da chi li circonda ad unirsi in matrimonio, visto che stanno cercando casa e che, da anni, vivono come fossero sposati (forse vogliono anche un bambino), i due cominciano a riflettere e confrontarsi sul proprio rapporto, scoprendo ognuno a modo suo che forse non sono così uniti come credevano. Se le parole e la tesi di fondo della prima parte suonano troppo logiche e inattaccabili per essere anche credibili, le azioni della seconda, chiuse in quelle 20 ore, hanno il carattere furioso e imprevedibile che attribuiamo alla vita e che è così difficili rendere al cinema.

Così quella tesi odiosamente spiegata e sciorinata nella prima parte trova una posticcia dimostrazione nella seconda. Tuttavia non si può negare che nel far vivere due avventure diverse ai suoi due protagonisti Between Us non riesca in certi momenti ad afferrare ed evocare quell’imprevedibile brivido dell’esperienza extraconiugale, che non riesca cioè a dare sostanza e grasso all’abusata parola “libertà” tramite sensazioni e (finalmente) non parole.

Specie con il personaggio di Adam Goldberg e le sue interazioni con Olivia Thirlby il film trova momenti di sincerità spiazzante proprio quando si era deposta ogni speranza di riconoscere un po’ di vita sullo schermo.

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