TFF 35 - Tokyo Vampire Hotel, la recensione
Dalla serie Tokyo Vampire Hotel, realizzata per Amazon Giappone, Sion Sono ha tratto un film di 142 minuti frutto di un montaggio furioso ma ripetitivo
In 142 minuti ha riassunto le circa 7 ore della serie televisiva e la fatica si sente. Fatica sia di comprensione della trama, non tanto per l’intreccio ma proprio per la comprensione dei luoghi, dei ruoli dei personaggi, gli schieramenti e cosa succeda a chi, sia soprattutto fatica perché il montaggio scelto da Sion Sono è un immenso prolungamento di scontri e carneficine che esaurisce presto la spinta, relegando in un angolo i dettagli più clamorosi (come l’ubicazione dell’hotel in questione nelle viscere di un personaggio).
Eppure si intuisce subito, dalla prima bellissima scena (nel ristorante), che ci sia molto di più di quello che poi vedremo. Lì i tempi sono perfetti, la scansione, la suspense e il ritmo sono incredibili. E il fatto che i titoli di testa arrivino dopo 45 minuti è un colpo che sembra rivedere da capo il concetto di struttura. Invece quel che seguirà sarà troppo ripetitivo.
Rimane ovviamente un’idea visiva molto nipponica che opera le consuete fusioni di mitologie e look diversi (Romania + vampiri + pistole + interni kitsch + abiti da papponi + dark lolite + kimoni della tradizione giapponese + metal). La lotta di vampiri di diverse dinastie è uno scontro senza senso, che trae la sua vitalità proprio dall’esibizione della morte e dal suo annullamento (si muore e si ritorna senza troppi problemi). Non sembra quindi assurdo pensare che con dei tempi gestiti meglio, quel che in 142 è molto ripetitivo possa essere più digeribile in 7 ore, con tanto di altro in mezzo e magari molti più intrecci.