TFF 35 - Seven Sisters, la recensione

Molto originale e molto familiare al tempo stesso, Seven Sisters è un ottimo film che non molla la presa sull'intreccio e la trama fino alla fine

Critico e giornalista cinematografico


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Con un salto mortale di invidiabile furbizia Seven Sisters ribalta I Figli Degli Uomini e crea così il suo futuro distopico, al tempo stesso originale e familiare. In un mondo che pare militarizzato, l’umanità sembra essere a fine corsa, e i pochi disperati tentativi di sfamare tutti con alimenti modificati hanno portato ad un aumento incredibile di parti gemellari, tanto da costringere i governi ad adottare una politica di un figlio solo a famiglia. I gemelli in esubero vengono congelati in attesa di tempi migliori. In questo clima un uomo (interpretato da Willem Dafoe, un attore eccelso che quando serve, anche per 10 minuti, c'è sempre) decide di nascondere 7 gemelle, e per farlo le addestra a vivere come una persona sola. Le 7 sorelle, chiamate come i giorni della settimana, condividono la medesima identità ed escono di casa un giorno a testa, sempre lo stesso, quello del loro nome. Dentro casa sono se stesse, tutte diverse, quando tocca a loro uscire invece assumono un aspetto e un carattere comuni.

Queste sono le premesse, il mondo grigio e disperato di Cuaron con i personaggi di Split di Shyamalan, 7 sorelle identiche interpretate tutte da Noomi Rapace. E il primo merito del film di Tommy Wirkola sta proprio nella maniera in cui questo dettaglio non è trasformato in un virtuosismo di personalità esagerate. Le 7 sorelle sono molto diverse ma più che altro per capelli e vestiti, meno per atteggiamenti. Alcune se non fosse per i dettagli visivi non si distinguerebbero. Questo mette in secondo piano la prestazione di Noomi Rapace (brava sì, ma più in come recita l’azione che come sfuma le 7 sorelle) e in primo piano una storia che è realmente piena di colpi di scena, ad un livello e con una frequenza cui non siamo più abituati.

La trama evidentemente prevede che il segreto a lungo celato delle 7 gemelle sopravvissute alla polizia genetica che cerca, arresta e imprigiona tutti i non registrati, sia destinato ad essere scoperto ma la maniera in cui accade (una di loro un giorno non torna più a casa e le altre, una alla volta, devono uscire per cercarla), è molto forte. Soprattutto quando pensiamo di aver capito l’intreccio, lo script di Botkin e Williamson continua ad introdurre intrecci e fatti nuovi e inattesi.

Il felice incontro di uno script astuto e che sa bene quanto un buon ritmo e ottimo trovate d’azione, in questo caso, possano valere più di una trama priva di buchi, con la regia finalmente ispirata di Tommy Wirkola, che dirige senza perdere tempo, si appassiona ad ogni morte, ogni confronto e ogni strategia di fuga con la quale le sorelle cercano di liberarsi a vicenda, ha il suo suggello in alcune piccole ossessioni del film. Dita tagliate, spari in testa, confronti nei bagni, sono solo alcuni esempi di un film di fantascienza che ha un’identità precisissima e anche senza essere un capolavoro si distingue dalla massa immediatamente.

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