TFF 32 - The Kings Surrender, la recensione

Il terzo film in Concorso del Torino Film Festival è The Kings Surrender, un poliziesco tedesco bello tosto dalle parti di Friedkin e Olivier Marchal

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William Friedkin disse che c'era una sottile differenza tra i criminali e i poliziotti. Il suo capolavoro Il braccio violento della legge (1971) parla proprio di questo. James Ellroy ha scritto alcuni dei suoi libri più famosi partendo dallo stesso concetto.

Piace ritrovare lo stesso assunto nel terzo film in Concorso del Torino Film Festival 2014 Wir Waren Konige - The Kings Surrender di Philipp Leinemann, robusto poliziesco tedesco dove dei nerboruti agenti speciali ne combinano di tutti i colori, tra buona e mala fede, rischiando in più di un'occasione di essere più feroci e spaventosi dei criminali stessi. In una città della Germania senza nome eccoli qui questi muscolosi e virili uomini d'ordine che intervengono nei casi più violenti e complessi.

La cattura andata male di un trafficante di droga psicopatico (chiuderà un gattino nel forno solo perché gli dà fastidio che miagoli; scena di grande tensione) innescherà una serie di equivoci non prima che i poliziotti facciano una strana amicizia con una buffa gang molto alla I ragazzi della 56esima strada (1983) di Coppola (buoni, belli, maneschi, impulsivi) con cui passeranno una nottata epocale al bowling tra bevute, sfide sportive e fotografie tutti abbracciati. Balleranno addirittura insieme guancia a guancia.

Poi, proprio in quella notte di baldoria, avviene l'omicidio di due agenti speciali del branco.
Scatta la rabbia e la voglia di vendetta. E se l'assassino fosse uno di quei simpatici teppistelli della gang giovanile del bowling? E se ci fosse dietro tutto la corruzione del dipartimento di polizia? O se, ipotesi ancora più assurda, tutto dipendesse da un ragazzino di dieci anni così matto e voglioso di entrare nelle grazie di quella gang... da aver volontariamente innescato lui una serie di equivoci che porteranno morte e disperazione come fosse uno Iago in fasce?
Sembra una tragedia di Shakespeare mischiata a un poliziesco adulto alla Friedkin + Oliver Marchal (suoi dei bellissimi polar francesi come Gangsters, 36 e L'ultima missione) e grazie a un cast di durissimi maschiacci e giovani teppisti imberbi, il film di Leinemann scorre che è una meraviglia e chiude il tutto sulla nota giusta. Lentamente esce fuori come protagonista carismatico il fantastico Ronald Zehrfeld, già ammirato ne La scelta di Barbara quando faceva il dottore e aveva molti meno muscoli.

Insomma... grande trama, violenza, amicizia tradita, equivoci, spirale di omicidi a catena.
I poliziotti possono essere più violenti e spietati dei criminali.
Anche se tirano fuori i gattini dal forno.

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