TFF 32 - The drop, la recensione [2]
Da un team che conosce bene il cinema criminale non poteva non uscire un film dal tono perfetto come The drop, peccato sia tanto centrato quanto insipido
A parte le consuete svolte inattese, The drop sembra non mancare nessun appuntamento con il cinema di crimine e ovviamente (visto anche chi è che scrive) dimostra di conoscerne ambientazione, registro, caratteri e toni. Sarebbe però più che lecito aspettarsi qualcosa di più strutturato rispetto a questo showcase di personaggi noti, presi in una trama intrecciata quel poco che basta per agitare i consueti elementi (desiderio di rivalsa, passati torbidi, vita pericolosa...).
In The Drop non c'è nulla di tutto ciò. Con il medesimo impianto e le medesime svolte Cronenberg aveva fatto A History of Violence, dimostrando che l'importante non erano (per l'appunto) queste regole e questi personaggi (o queste svolte) ma la maniera in cui raccontarle e metterle in immagini riuscendo a dire qualcos'altro.
Va così sprecata l'ennesima prestazione minuziosa e fisica di Tom Hardy come anche la storia che si porta appresso il corpo pesante di Gandolfini (possiamo fare finta di non sentire l'eco di Tony Soprano?) in una storiella esile esile con finale a sorpresa, buona per essere un racconto breve come del resto in origine era.