TFF 32 - Frastuono, la recensione

Il secondo film italiano in Concorso al Torino Film Fest è il noiosissimo Frastuono. Iaui e Angelica sono due adolescenti di Pistoia Ovest persi nel nulla

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Lui si chiama Iaui, sembra il sosia del protagonista de La teoria del tutto Eddie Redmayne e vive in una casa nel bosco dalle parti montuose di una Pistoia Ovest che per lui è: "Come Berlino Est" (lo scriverà su un muro). Dal fisico segaligno, lo vedremo scendere a valle correndo nella neve, comporre musica techno al computer, masticare lentamente come vuole un padre barbuto molto hippie (ma almeno meno antipatico di quello de Le meraviglie) e frequentare una scuola il cui insegnante di riferimento sembra anche più hippie del padre. Parla poco, ascolta sempre musica a tutto volume, dubitiamo che abbia anche solo la minima idea di cosa voglia dire Berlino Est, entra in chiese antiche diroccate per posare le esili dita su organi inceneriti e fa il bagno nei ruscelli del bosco come il Kurt Cobain di Last Days di Gus Van Sant.

Lei si chiama Angelica, abita più in città rispetto al forastico Iaui e a differenza del patito di elettronica suona in un gruppo punk-rock più tradizionale di cui è leader, batterista e cantante in lingua inglese. Angelica ha un corpo tozzo, sfoggia una maglietta dei Joy Division, cambia continuamente taglio e colore dei capelli (arancione, fucsia, platino, castani), frequenta i membri simpatici del gruppo (si scambia bacetti con il chitarrista; si diverte a parlare una lingua inventata con quello spilungone skater del tastierista), si aggira per casa riprendendosi con la web cam in un delirio di autoreferenzialità da youtuber cerebroleso. Parla molto a vanvera, si lascia andare a vari istrionismi casalinghi anche lontano dal computer e viene ripresa dalla regia in modo caotico. I suoi genitori? Inesistenti. Se Iaui è un nuovo italiano che entra in chiese antiche come fossero resti di civiltà primitive, Angelica percorre con un'amica sotterranei di palazzi che le permettono di attraversare luoghi di politica locale (sala di un consiglio municipale) come se fossero delle stanza vuote di senso (l'unica buona idea del film, non sviluppata a dovere).

Lei e Lui sono personaggi interessanti? Non particolarmente. Adolescenti senza arte né parte. Senza conflitti né esteriori né interiori per cui vale la pena prestare la nostra attenzione per più di cinque minuti.
Lei e Lui si incontreranno? Solo fuggevolmente. Prima a Pistoia Ovest e poi addirittura a Berlino dove si troveranno assolutamente per caso e assolutamente a caso si lasceranno andare ognuno verso il proprio percorso di vita.

E' sconcertante incontrare un film così vuoto e insulso come Frastuono in un Concorso di qualità come quello del Torino Film Fest 2014. Triste, e anche imbarazzante, che sia la seconda presenza italiana dopo N-Capace di Eleonora Danco che seppur non sia un capolavoro assume l'identità di gran film rispetto a questi 81' di drammatica noia e supponenza da parte dei realizzatori Davide Maldi, Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti (ma la regia è firmata solo da Maldi).

Frastuono? Ma se non abbiamo sentito niente?! La presenza della nostra cinematografia in questo Concorso numero 32 è mediocre.
E se questo è il giovane cinema italiano... stiamo messi veramente, veramente male.

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