TFF 32 - Frastuono, la recensione
Il secondo film italiano in Concorso al Torino Film Fest è il noiosissimo Frastuono. Iaui e Angelica sono due adolescenti di Pistoia Ovest persi nel nulla
Lei si chiama Angelica, abita più in città rispetto al forastico Iaui e a differenza del patito di elettronica suona in un gruppo punk-rock più tradizionale di cui è leader, batterista e cantante in lingua inglese. Angelica ha un corpo tozzo, sfoggia una maglietta dei Joy Division, cambia continuamente taglio e colore dei capelli (arancione, fucsia, platino, castani), frequenta i membri simpatici del gruppo (si scambia bacetti con il chitarrista; si diverte a parlare una lingua inventata con quello spilungone skater del tastierista), si aggira per casa riprendendosi con la web cam in un delirio di autoreferenzialità da youtuber cerebroleso. Parla molto a vanvera, si lascia andare a vari istrionismi casalinghi anche lontano dal computer e viene ripresa dalla regia in modo caotico. I suoi genitori? Inesistenti. Se Iaui è un nuovo italiano che entra in chiese antiche come fossero resti di civiltà primitive, Angelica percorre con un'amica sotterranei di palazzi che le permettono di attraversare luoghi di politica locale (sala di un consiglio municipale) come se fossero delle stanza vuote di senso (l'unica buona idea del film, non sviluppata a dovere).
Lei e Lui si incontreranno? Solo fuggevolmente. Prima a Pistoia Ovest e poi addirittura a Berlino dove si troveranno assolutamente per caso e assolutamente a caso si lasceranno andare ognuno verso il proprio percorso di vita.
E' sconcertante incontrare un film così vuoto e insulso come Frastuono in un Concorso di qualità come quello del Torino Film Fest 2014. Triste, e anche imbarazzante, che sia la seconda presenza italiana dopo N-Capace di Eleonora Danco che seppur non sia un capolavoro assume l'identità di gran film rispetto a questi 81' di drammatica noia e supponenza da parte dei realizzatori Davide Maldi, Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti (ma la regia è firmata solo da Maldi).
E se questo è il giovane cinema italiano... stiamo messi veramente, veramente male.