TFF 32 - For some inexplicable reason, la recensione
L'avete mai vista una commedia ungherese? For some inexplicable reason fa venire voglia di vederne altre per le risate e il tono da cazzeggio adolescenziale
Stona non poco che questo film ventenne racconti la storia di un 29enne e sia interpretato probabilmente da attori leggermente più grandi, ma anche questo è parte del suo fascino, del suo desiderio di immobilismo, della sua voglia ostentata d'aver vent'anni.
Aron inizia a narrare il film mostrando se stesso che improvvisamente muore in diversi contesti (in casa, per strada, in metro, al parco....) e nessuno se ne interessa. È l'inizio e già è chiaro che questo film sa generare immagini, sa riassumere un concetto in un momento scenico, Aron è morto perchè Eszter l'ha lasciato, a nessuno frega niente ma lui muore ovunque vada, il resto del film che segue è la sua lunga e disperata risalita dal baratro attraverso la quale mostra oltre a se stesso, la sua famiglia e i suoi amici e durante la quale finirà a Lisbona per un biglietto comprato inavvertitamente durante una notte di ubriacatura, si riappacificherà con un bullo del liceo rischiando addirittura di finire a lavorare.
Ci arriva poco del cinema ungherese e di certo For some inexplicable reason non può considerarsi rappresentativo di una cinematografia che nel film stesso è definita "terribile". A Gabor Reisz sembra interessare unicamente la risata e riesce a trovare mille modi diversi di mettere in pratica il suo obiettivo. Intanto, mentre affianca una dopo l'altra le gag e i momenti esilaranti (la scena in cui i genitori si rivoltano e non riescono a decidere chi deve iniziare a prendersela con il figlio è da morire), fa passare moltissimo attraverso una passione smodata per i personaggi da Wes Anderson (confessata attraverso ralenti e colonna sonora ma suggerita con l'adorabile stile del protagonista).