TFF 32 - Felix et Meira, la recensione
Con un pudore e un garbo che lo tiene sempre a distanza dai personaggi Felix et Meira racconta la rivoluzione del sentimento più alto senza mai un eccesso
Trattandosi di una storia da cinema è fisiologico che queste due alterità, queste due diversità si incontrino e si innamorino, Felix et Meira in questo senso non stupisce nè vuole farlo, il suo obiettivo non è raccontare una storia nuova ma farlo in maniera vitale.
Lontano dalle fasulle passioni stordenti dell'amore giovanile (che poco senso avrebbero visto l'età e lo stato dei due) sia Felix che Meira ci vanno con i piedi di piombo in questa storia, il che li rende ancora più affascinanti. Giroux ha poi anche la grande intelligenza di serbare e dosare con cura i tanti piccoli elementi che rivelano una passione e un desiderio superiori a quel che ognuno dei due dimostra. Meira ogni tanto sussurra il nome di Felix in sua assenza e smette di svenire per finta, mentre Felix arriva a grottescamente travestirsi da rabbino.
C'è insomma un forte gusto per il piccolo dettaglio rivelatore in questo film in cui due disperati cercano il coraggio della scelta più difficile: mollare definitivamente tutto e investire in una storia d'amore appena nata e quindi dagli esiti incerti. Per stare con Felix Meira dovrebbe abbandonare la sua comunità e non ci potrebbe tornare infatti mai più.
Giroux è anche così coerente che in coda ci mostra il cuore anche del rabbino che per tutto il film abbiamo visto costringere e arginare le voglie di Meira.