TFF 32 - Felix et Meira, la recensione

Con un pudore e un garbo che lo tiene sempre a distanza dai personaggi Felix et Meira racconta la rivoluzione del sentimento più alto senza mai un eccesso

Critico e giornalista cinematografico


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Sia Felix che Meira sono diversi dal mondo in cui sono nati e cresciuti, entrambi (anche se in maniere diverse perchè dotati di caratteri differenti) sentono di non appartenere alle regole della comunità cui invece apparterrebbero per nascita, quella degli ebrei ortodossi di Montreal. Felix si è da tempo staccato e ha pagato il prezzo di un rapporto interrotto con il padre, Meira invece con il suo carattere remissivo fa più fatica, è sposata ad un ebreo ortodosso ma manifesta germi di ribellione in maniera indiretta: di nascosto ascolta musica soul, prende la pillola e addirittura gira con una parrucca.

Trattandosi di una storia da cinema è fisiologico che queste due alterità, queste due diversità si incontrino e si innamorino, Felix et Meira in questo senso non stupisce nè vuole farlo, il suo obiettivo non è raccontare una storia nuova ma farlo in maniera vitale.

La parte migliore di questo dramma che non somiglia per nulla ad un dramma è allora come i due si incontrino, si studino, si piacciano con un linguaggio non verbale che tradisce una certa istintività sentimentale e solo poi la comprensione di essere due "alieni nel loro mondo". C'è un gran gusto nel guardare questi due amanti che cercano di diventare tali, perchè Giroux li inquadra con l'intenzione di mostrarne la timorosa lentezza con la quale si avvicinano, il garbo e il riguardo con cui Felix fa vedere allo specchio a Meira come starebbe con dei jeans, per spiegarle che un'altra vita è possibile o il pudore con cui leva si leva la parrucca. Non c'è nemmeno un momento fiammeggiante a richiamare il melodramma sentimentale in una storia che potrebbe averne a bizzeffe e il miracolo è che non se ne sente la mancanza.

Lontano dalle fasulle passioni stordenti dell'amore giovanile (che poco senso avrebbero visto l'età e lo stato dei due) sia Felix che Meira ci vanno con i piedi di piombo in questa storia, il che li rende ancora più affascinanti. Giroux ha poi anche la grande intelligenza di serbare e dosare con cura i tanti piccoli elementi che rivelano una passione e un desiderio superiori a quel che ognuno dei due dimostra. Meira ogni tanto sussurra il nome di Felix in sua assenza e smette di svenire per finta, mentre Felix arriva a grottescamente travestirsi da rabbino.
C'è insomma un forte gusto per il piccolo dettaglio rivelatore in questo film in cui due disperati cercano il coraggio della scelta più difficile: mollare definitivamente tutto e investire in una storia d'amore appena nata e quindi dagli esiti incerti. Per stare con Felix Meira dovrebbe abbandonare la sua comunità e non ci potrebbe tornare infatti mai più.
Giroux è anche così coerente che in coda ci mostra il cuore anche del rabbino che per tutto il film abbiamo visto costringere e arginare le voglie di Meira.

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