Tex Willer 3: Il segreto del medaglione, la recensione
Abbiamo recensito per voi Il segreto del medaglione, terzo numero di Tex Willer
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La nuova serie mensile di Aquila della Notte, Tex Willer, nata per festeggiare il settantesimo anniversario dell'icona di Sergio Bonelli Editore, è giunta al suo terzo, seminale capitolo, in edicola e in fumetteria dallo scorso 19 gennaio.
Il punto cruciale della storia in oggetto, Il segreto del medaglione, è indubbiamente l'incastro gestito alla perfezione dal Bos nella continuity, incrociando gli eventi legati all'esordio del nostro eroe, ne Il totem misterioso. Gli esperti in materia ricorderanno certamente il primo fumetto di Tex, uscito in formato striscia nelle edicole il 30 settembre 1948 e poi ristampato su La mano rossa (Tex 1, ottobre 1958).
Mettendo mano a materiale ben noto a tutti i fan di Tex, Boselli riesce con enorme bravura a rielaborare e a cucire una trama estremamente moderna che provoca nell'appassionato di vecchia data emozioni e ricordi che credeva irripetibili, ma che sa anche incollare il naso del novello lettore alla più straordinaria e longeva saga western del mondo del Fumetto.
Come giustamente sottolineato nella recente intervista rilasciataci da De Angelis, l'editor e scrittore di punta del personaggio sa imprimere a Tex Willer un ritmo precipitoso, un turbinio d'azione e colpi di scena che esalti la natura impetuosa del giovane fuorilegge. Tuttavia, seppur più impulsivo e irruento del futuro ranger che tutti conosciamo, il ragazzo “ha il cuore al posto giusto” e possiede un concetto di giustizia e di altruismo che va oltre le regole dell'uomo comune, facendone un campione impareggiabile dei deboli e degli indifesi.
Il Tex ventenne, dipintoci da Boselli, ha caratteristiche che lo avvicinano per molti versi al concetto del vendicatore solitario, tipico dei comics d'oltreoceano, ma conserva un conio squisitamente italiano.
In tutto ciò, De Angelis, disegnatore del primo storyarc che si concluderà con il prossimo numero - La caverna del tesoro - ci regala una freschezza e una dinamicità di immagini davvero superbe, cogliendo appieno lo spirito ribelle e ribollente del neonato titolo e del suo protagonista, riflesso dall'energia delle copertine di Maurizio Dotti.
Dopo questo iniziale trittico di racconti - un ottimo biglietto da visita per una collana giocata sul cliffhanger finale, come accade generalmente per i corrispondenti prodotti americani, giapponesi e le seguitissime serie televisive - possiamo dire di avere di fronte un progetto di assoluta qualità, coniugato con encomiabile equilibrio tra tradizione e rinnovamento.