Tex Romanzi a Fumetti vol. 8: Cinnamon Wells, la recensione
Abbiamo recensito per voi l'ottavo volume di Tex Romanzi a Fumetti, intitolato Cinnamon Wells
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Negli otto volumi fin qui pubblicati di Tex Romanzi a Fumetti, la collana di cartonati alla francese voluta da Mauro Boselli, il curatore e prima penna del personaggio ha raramente concesso ad altri scrittori la cura dei testi. Se escludiamo l'esordio con L’eroe e la leggenda, di Paolo Eleuteri Serpieri, e il quinto volume, che ha riproposto Gli sterminatori, di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, quanto detto è accaduto solo altre due volte, con Sfida nel Montana, di Gianfranco Manfredi, e con l'albo in oggetto, affidato a un grande nome dei comics: Chuck Dixon.
Lo stile di Dixon non è una sorpresa e appare molto diverso non solo da quello di Boselli ma anche di qualunque altro scrittore italiano che abbiamo avuto modo di ammirare su Tex. Il suo Aquila della Notte, nonostante la vicenda sia calata nel presente, è un eroe solitario, granitico e assai poco loquace, che ci riporta alla mente i pistoleri interpretati da un mito del Cinema western a stelle e strisce: John Wayne. I riferimenti sono, per ovvie ragioni, i cult movie del paese di provenienza dello scrittore, con una narrazione asciutta ed essenziale, in quanto deve rispondere alle esigenze di un soggetto crudo e spietato.
Cinnamon Wells è dunque un ottima lettura, ma non vi abbiamo ancora parlato di chi ne ha curato la parte grafica, semplicemente strepitosa. I disegni sono di Mario Alberti, che torna sulla testata in oggetto dopo Frontera!, mentre i colori vengono dalla tavolozza di un habitué come Matteo Vattani.
Non capita spesso di godere di una simile qualità estetica in un prodotto collocabile nella stessa categoria di mercato. L'arte di Alberti è incantevole nelle scene e nelle inquadrature più disparate, ma una in particolare vale il prezzo del volume: quella della prima vignetta di pagina 13, che ritrae uno dei bambini accorsi in strada all'arrivo di Tex in città, intento ad assicurasi, tastandolo con un bastone, che il pericoloso bandito, penzolante dal cavallo del Nostro, sia davvero morto stecchito.
Elogi di pari valore per l'estro e la tecnica di Vattani, il quale esalta le matite del collega dando vita a una virtuosa sinergia che nelle ambientazioni crepuscolari e notturne non ha probabilmente rivali.