Tex 695: L'ultima vendetta, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Tex 695: L'ultima vendetta, di Mauro Boselli e Giovanni Ticci

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Tex 695: L'ultima vendetta, anteprima 01

Tex 695, giunto in edicola e in fumetteria lo scorso mese, è certamente uno degli albi più attesi del 2018 per quanto concerne le aspettative dei fan; dopotutto, si tratta dell'albo deputato a celebrare ufficialmente il settantesimo compleanno dell'eroe creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, le cui avventure presero il via nell'originale formato a strisce (16,5 x 8 cm) nel lontano settembre del 1948.

Il brossurato in questione è, come in ogni grande occasione, a colori, affidati alla tavolozza dell'eccellente Oscar Celestini. I testi non potevano che portare la firma della prima penna nonché attuale editor del personaggio, Mauro Boselli, mentre i disegni sono opera di colui che insieme a Erio Nicolò e Guglielmo Letteri ha raccolto e trasmesso alle nuove generazioni di artisti l'eredità di Galep: Giovanni Ticci.

Non c'è da stupirsi e non poteva essere altrimenti: L'ultima vendetta rappresenta un altro formidabile episodio dell'epica saga di Aquila della Notte. Lo riconferma il fatto che, a breve distanza dalla sua uscita - così com'è avvenuto recentemente per la seminale Nueces Valley (Maxi Tex 21, ottobre 2017) - Sergio Bonelli Editore riproporrà questo fumetto in un cartonato di lusso (in bianco e nero, per esaltare l'arte di Ticci), disponibile a Lucca Comics & Games 2018.

Boselli, come già fatto più volte, dopo aver confezionato il preambolo invita il lettore attorno al fuoco per sedersi accanto a Tex e conoscere direttamente dalla sua voce, in compagnia dei suoi pard, l'ennesimo incredibile racconto proveniente dal suo passato, quando gareggiava nei rodei in sella all'impareggiabile destriero Dinamite ed era il pretendente più accreditato per scalzare dal trono il campione Moss Keegan. Allora, il Nostro era un fuorilegge, a causa del miserabile Sceriffo Mallory, principale complice del razziatore di bestiame Tom Rebo, l'assassino di suo fratello Sam Willer.

Tex 695: L'ultima vendetta, anteprima 02

L'intreccio si sviluppa attraverso una sceneggiatura impeccabile che mantiene costantemente alto il livello di adrenalina e di emozioni; ha nel complesso rapporto tra Tex e Moss il suo fulcro, il suo punto nodale, sempre in bilico e in evoluzione, prima basato su una sana competizione e poi in aperto contrasto, fino a esplodere nell'odio.

I due rivali si assomigliano per diversi aspetti, mentre Keegan appare lungo l'intero racconto come l'alter ego del suo rivale; non ne possiede affatto la levatura morale, né lo spirito e il carisma, ma in quella sua fragilità, in quelle sue debolezze così umane, lo sentiamo vicino come raramente accade nei confronti di un antagonista del Nostro: non proviamo disprezzo, tutt'altro. In sintesi, Boselli ha pennellato l'ennesimo comprimario che ci auguriamo di rivedere presto.

La disamina di L'ultima vendetta non può che concludersi con lo stupore e con il plauso che suscitano il tratto essenziale, potente e la meravigliosa recitazione di Ticci, classe 1940. I dialoghi e le onomatopee sono distribuiti con la consueta sapienza, ma i soggetti del maestro senese quasi non ne hanno bisogno: sembrano dotati di parola e ci pare di averli di fronte in carne e ossa, di assistere testimoni alle loro azioni. Dalle tavole si ha la sensazione che emergano i fischi dei proiettili, il tonfo causato da un pugno, lo schiocco di uno zoccolo. Ed è buffo, ma istintivo, ritrovarsi sul finale a contraccambiare con un affettuoso saluto il sorriso di commiato di Tex.

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