Tex 694: Kit contro Kit, la recensione
Abbiamo recensito Tex 694: Kit contro Kit, la conclusione della storia iniziata con Il ritorno di Proteus
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Abbiamo dovuto attendere un mese per leggere il seguito de Il ritorno di Proteus, ma, come ci auguravamo, ne è davvero valsa la pena. Tex 694 è arrivato in edicola lo scorso 8 agosto con la seconda e conclusiva parte del racconto, firmato da Pasquale Ruju e Bruno Ramella, che ha riportato in auge uno dei antagonisti più micidiali di Aquila della Notte.
Proteus non è solo un killer ma anche un incredibile trasformista, capace di assumere l'identità e la voce di chiunque; in questa occasione fa sfoggio delle sue abilità con alcuni travestimenti sbalorditivi - e in qualche modo inquietanti - che dilatano la sua dimensione ai confini della mostruosità. Ruju ai testi, affiancato da un superlativo Ramella alle matite, artista straordinario nella recitazione dei personaggi principali e secondari, riesce a costruire un modello particolarmente attuale di criminale, ma soprattutto di omicida, vicino alle terrificanti figure dei killer che ci angosciano nella migliore crime fiction o, purtroppo non di rado, nelle notizie di cronaca nera.
Ogni volta che il diabolico Perry Drayton ha incrociato la strada con il protagonista e i suoi pard ha sempre dato loro parecchi grattacapi e filo da torcere, arrivando a prendere le sembianze persino del Nostro nella storia Arrestate Tex Willer! (Tex 185: Il Giudice Maddox, marzo 1976 e Tex 186: L'uomo dai cento volti, aprile 1976) e del suo più vecchio compagno di squadra ne Il delitto di Kit Carson (Tex 316: Il bisonte bianco, febbraio 1987 e Tex 317: L’inafferrabile Proteus, marzo 1987).
In Kit contro Kit, l'arcinemico arriva a sostituirsi al figlio del protagonista, mettendo alla prova tutta l'esperienza del padre. Il camaleontico Proteus è un genio del camouflage, ma possiede un punto debole: lo sguardo. Può imitare ogni aspetto di colui che va a impersonare ma non può nascondere “i suoi occhi da serpente velenoso”; il lettore lo potrà constatare osservando nel dettaglio la splendida copertina di questo numero, realizzata come di consueto da Claudio Villa, e ne avrà una riconferma nelle elettrizzanti tavole conclusive di Ramella.
Kit contro Kit e il precedente Il ritorno di Proteus vanno a completare, insieme alle due doppie storie sopracitate e a quella d'esordio del malvagio comprimario - Il misterioso Mister “P” (Tex 86: Rio Verde, dicembre 1967 e Tex 87: Yuma, gennaio 1968) - una tetralogia imprescindibile per tutti gli estimatori dell'icona della Sergio Bonelli Editore.
Un unico appunto a questa storia di indiscutibile qualità: l'estrema compressione degli avvenimenti decisivi, concentrati sul finire della trama. Una vicenda tanto avvincente e seminale per la continuity meritava maggior respiro; invece dopo una successione di fughe, agguati, inseguimenti, scontri a fuoco e colpi di scena, giunge al climax e alla sua soluzione in una fulminante manciata di pagine.
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