Tex 684 – 685, la recensione

Abbiamo recensito per voi la doppia storia di Tex uscita sui numeri di ottobre e novembre

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Tex 684, anteprima 01A distanza di pochi mesi dalla saga dei Forester (andata in scena sulle pagine di Tex 680 e Tex 681), Pasquale Ruju torna sulla serie regolare di Aquila della Notte con un'altra storia doppia, pubblicata sui brossurati di ottobre e novembre.

Questa volta il paesaggio non è quello arido e afoso del confine messicano ma quello freddo e inospitale delle foreste invernali del Montana; è lì che incontriamo il protagonista in compagnia di Kit Carson. I due ranger si imbattono per caso nell'omicidio di una loro vecchia conoscenza, il vecchio Pruett, un pioniere della corsa all'oro nella regione.

Gettatisi sulle tracce dell'ignoto assassino, la coppia di pards viene coinvolta nella vendetta personale di una vera e propria leggenda del luogo, o meglio di uno spauracchio. È un trapper totalmente a suo agio in quelle zone impervie, sepolte sotto una spessa coltre di neve, un cacciatore esperto e selvaggio il cui nome dà il titolo al primo dei due albi: Wolfman.

L'uomo tiene in scacco un intero villaggio, e sono necessarie tutte le comprovate doti di Tex e Carson per fronteggiare la situazione e liberare così la cittadina mineraria; lo scopriamo nel secondo e conclusivo capitolo dello storyarc, I difensori di Silver Bow.

Tex 685, anteprima 01

Ruju, ormai un veterano della serie, sfoggia la sua affinata abilità di scrittore noir intessendo su di un robusto western un intrigante crime. Come nei migliori gialli, l'intreccio - elaborato con sapienza per oltre duecento pagine - viene sciolto solo alla fine con una sequela di colpi di scena. Il soggetto dell'autore di origini sarde mette in mostra l'intelligenza del Nostro così come la sua forza, gestendo con grande abilità gli sviluppi e la raffica di eventi attraverso una sceneggiatura limpida e fluida.

Alle matite ritroviamo un maestro del calibro di Alfonso Font, che non ha bisogno di presentazioni. Il suo tratto eclettico, eterogeneo e tuttavia immediatamente riconoscibile è in grado di interpretare e prestarsi a ogni genere narrativo; con Tex si inclina verso uno stile più prettamente grafico, ruvido, ed è oltremodo perfetto per la durezza della vicenda narrata. Stupisce quante poche linee siano sufficienti all'artista di Barcellona per descrivere un corpo o un'espressione. Affascinano la semplicità e l'efficacia con cui cattura un'atmosfera o un'azione.

Le donne ritratte dal disegnatore sono al solito molto sensuali, ma qui spiccano i villain e soprattutto Wolfman, una figura davvero ben delineata insieme a Ruju, un "cattivo" di carattere e spessore che sarebbe un peccato non aggiungere alla ricca galleria dei nemici di Tex.

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