Tex 682: Il ritorno di Lupe, la recensione
Il ritorno di Lupe riporta sulle scene uno degli indimenticabili personaggi femminili della saga di Tex
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Mauro Boselli riporta sotto i riflettori colei che i lettori della prima ora conobbero nell'avventura Lupe, la messicana, firmata dai creatori di Tex, Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, e apparsa per l'Audace sulle leggendarie strisce settimanali nel 1950. Per i collezionisti della testata regolare furono poi ristampate nei volumi Doppio gioco (Tex 6, settembre 1959) e Il patto di sangue (Tex 7, gennaio 1960).
Coraggiosa, battagliera e bellissima, Tex ricorda l'amica e compagna ripercorrendo il loro incontro e raccontando ai propri pards una vicenda non troppo lontana nel passato, dopo la scomparsa prematura di Lilyth, quando per trovare pace dal dolore della perdita, decise di abbandonare la tribù e il figlio Kit, ancora bambino.
Boselli sceglie una trama originale per restituirci la focosa messicana, tessendo un intreccio che si conclude - almeno temporaneamente - così come si era aperto: con un intrigante mistero. L'editor e prima penna di Aquila della Notte confeziona un soggetto che, con questi presupposti, si appresta a diventare l'ennesimo tassello imperdibile della saga, modulato con la consueta abilità attraverso una sceneggiatura di grande impatto emotivo e dinamico.
In questa occasione ci offre una prova magistrale alle matite e alle chine, dal grande realismo alla recitazione dei personaggi, dalla forza delle inquadrature alla sensualità di una splendida Lupe.