Tex 680: La pista dei Forrester, la recensione
Abbiamo recensito per voi Tex 680: La pista dei Forrester, di Pasquale Ruju e Lucio Filippucci
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La banda dei fratelli Forrester è formata da spietati malviventi che compiono le loro rapine in Messico per poi riattraversare il confine e disperdere le proprie tracce nascondendosi - sotto la protezione dell'autoritaria madre e della comprensiva sorella Lizzy - in una fattoria nei dintorni della cittadina di Tabla Sagrada. Il più giovane di loro, Timothy, è un pistolero molto scaltro, ma anche dal grilletto facile e con un carattere problematico. Quando vengono fermati per quello che sembra un semplice controllo, il ragazzo uccide a sangue freddo lo sceriffo Desmond, un vecchio amico del protagonista.
Il talento di Ruju, sceneggiatore sopraffino, elabora con estro una trama partendo da un classico canovaccio del western per poi confezionare un intreccio ricco e avvincente, dal ritmo serrato e dalle atmosfere drammatiche.
Alla qualità dei testi dell'autore di origini sarde risponde il tratto ruvido e potente di un artista come Lucio Filippucci; a differenza del collega, sono poche le sue firme su un'avventura di Tex, ma tutte di peso, dal "Gigante" Seminoles (Tex Speciale 22, giugno 2008), scritto da Gino D'Antonio, a un'altra doppia storia di Claudio Nizzi, ospitata sulla testata regolare: L'oro dei monti San Juan (Tex 631, maggio 2013) e I volontari di Hermann (Tex 632, giugno 2013). La cura nella caratterizzazione dei personaggi, la dinamicità e la tensione che trapelano dalle sue tavole conferiscono al fumetto una struttura piena e una lettura appagante che non vede l'ora di poter proseguire con il prossimo episodio: Tabla Sagrada.