Tex 670: Gli Scorridori di Mackenzie, la recensione
Tex 670: Gli Scorridori di Mackenzie è il capitolo conclusivo di un'avventura tra le migliori della produzione degli ultimi anni all'interno della serie regolare
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Eroe della Guerra Civile, uomo di fiducia dello Stato Maggiore dell'Esercito degli Stati Uniti d'America, è famoso per risolvere situazioni impossibili utilizzando tattiche di guerriglia e strategie belliche vigorose e risolute, ma sempre orientate a evitare inutili spargimenti di sangue e carneficine. Il capitolo con Lone Wolf sembra concluso ma non quello con alcune frange riottose della sua tribù, che non accettano di venire a patti con l'uomo bianco e fuggono diretti alla frontiera meridionale verso il Messico. La loro intenzione sembra quella di unirsi alle bande di Comanchero guidate dello spregevole El Trujo, che da tempo penetra indisturbato in Texas, depredandone le mandrie al pascolo.
Tex 670: Gli Scorridori di Mackenzie si apre tra le strade polverose di Santa Rosa, oltre il confine. I suoi abitanti sono persone pacifiche, ma si sospetta che il posto faccia da base per traffici illeciti. I nostri eroi sono in incognito ma trovano nell'alcalde (il sindaco del villaggio) un inaspettato alleato. Da questo momento si svolge una trama ricca e avvolgente che chiama in causa - con calibrati colpi di scena e rovesciamenti di fronte - tutti i protagonisti della storia, riuscendo a soppesarne con misura certosina il giusto ruolo.
Stefano Biglia dal lato grafico, supporta con una prova magistrale di quasi 350 pagine, un'avventura da incastonare tra le migliori della produzione degli ultimi anni all'interno della serie regolare e come esempio di fumetto Western.