Tesori Made in Italy vol. 7, la recensione
Il settimo numero della collana Tesori Made in Italy inaugura un nuovo ciclo dedicato a Massimo De Vita
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Come già avvenuto per l'artista veneziano, anche in questo caso è stato lo stesso De Vita a dare forma al sommario, selezionando le sue storie che più apprezza o a cui è più legato. Purtroppo, ogni fumetto è accompagnato solamente da una paginetta introduttiva, alla quale ogni tanto si aggiunge anche una breve citazione del disegnatore - una frase, nulla di più - lasciando la sensazione che da questo punto di vista si sarebbe potuto fare molto di più.
La prima è stata realizzata in concomitanza con il centenario della Statua della Libertà, e, pur essendo l'ennesima sfida tra Paperone e i Bassotti, denota un accurato lavoro di documentazione per fornire una versione paperesca del celebre monumento, con caratteristiche molto simili a quello originale.
È interessante ritrovare anche un paio di storie di satira sociale, fermamente radicate nel periodo in cui sono state realizzate ma ancora oggi attuali. Zio Paperone e la città satellite vede Rockerduck alle prese con la speculazione edilizia, pronto a tutto pur di costruire Paperopoli 2, un centro abitato alla periferia dell'omonima città che ricorda molto la berlusconiana Milano 2, che era stata completata un anno prima della pubblicazione di questo episodio sul settimanale Disney.
Paperinik e la lotta "dietetica", scritta da Giorgio Pezzin, prende di mira le improvvise manie salutiste a base di beveroni miracolosi venduti sulle televisioni commerciali, le cui esagerate capacità dimagranti sono in realtà frutto di un trucco che sarà smascherato dal Papero Mascherato.
Completano l'indice due fumetti più leggeri, il primo dei quali risale agli inizi degli anni Sessanta; unica eccezione in un volume che si concentra sulla produzione di De Vita relativa agli Ottanta.
Paperino e la sagra della frittella è una rocambolesca avventura legata a una bizzarra sfida di cucina: una storia ancora abbastanza acerba dal punto di vista della sceneggiatura, mentre graficamente è evidente il debito stilistico nei confronti del padre Pier Lorenzo De Vita, dal quale Massimo non è ancora riuscito a distaccarsi trovando una sua identità personale.
Zio Paperone e i granchi del Cromodor, scritta da Giorgio Figus, è invece un'avventura esotica, tipologia di storie altrimenti assente nel volume ma di certo uno dei contenuti meno memorabili.
Si rivela molto intelligente la scelta di non seguire l'ordine cronologico delle storie e di comporre dei volumi tematici: questo incentrato sulle storie dei paperi, il secondo con una selezione di storie di topi (la produzione principale nella carriera dell'autore), il terzo con un mix tra i due mondi (con una particolare attenzione per Paperinik) e il conclusivo interamente dedicato a Indiana Pipps.
La collana Tesori Disney Made in Italy si conferma una proposta editoriale interessante, sia per i lettori più esperti che per chi scopre su queste pagine una firma d'eccezione come quella di Massimo De Vita. Peccato per la riduzione degli articoli di approfondimento, un difetto comune sulla maggior parte delle pubblicazioni disneyane targate Panini.