Tesori Disney Made in Italy vol. 10, la recensione
L'ultimo Tesori Disney Made in Italy dedicato a Massimo De Vita si concentra su Pippo e Indiana Pipps
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Si conclude con il quarto volume il ciclo di Tesori Disney Made in Italy dedicato a Massimo De Vita, celebrato in questa collana sia per il suo talento come disegnatore che come sceneggiatore. Quest'ultima uscita dimostra efficacemente l'abilità dell'artista milanese come autore completo, concentrandosi su Pippo e sul suo avventuroso cugino, due personaggi che ha saputo sfruttare al meglio.
De Vita riesce a catturare lo stesso spirito dei film di Steven Spielberg anche in Indiana Pipps e il ritorno dei Big-Foot, in cui l'elemento fantastico occupa un ruolo importante. Va inoltre segnalato un utilizzo originale del Professor Zapotec in una delle sue rare apparizioni non legate alla macchina del tempo.
Purtroppo, le altre due storie di Indiana Pipps riproposte in questo volume non sono altrettanto d'impatto. Indiana Pipps e il segreto dei Pyu, scritta da Giorgio Salati, e Indiana Pipps e la tigre dagli occhi di fuoco, sceneggiata da Carlo Panaro, non hanno la stessa freschezza delle avventure realizzate da De Vita come autore completo, pur essendo state realizzate più di un decennio dopo.
Passando a Pippo, il sommario propone solamente due storie che lo vedono protagonista, ma in entrambi i casi si tratta di episodi degni di nota. Topolino e l’imperatore d’America, breve fumetto di sole sei tavole, è un gradevolissimo omaggio a Paperino e il cimiero vichingo, di Carl Barks, con un collegamento indiretto al mondo dei paperi gestito in maniera sottile, probabilmente senza sapere che qualche anno prima Don Rosa aveva adottato uno stratagemma narrativo simile in Paperino e le carte perdute di Colombo.
Pippo Desert Ranger, invece, riesce nell'arduo tentativo di trasporre su carta il ritmo e la comicità visiva dei corti animati anni '40 diretti da Jack Kinney, portando il personaggio all'inseguimento di un coyote tramite sequenze slapstick spassose e dinamiche.