Terrifier 3, la recensione: la saga di Damien Leone continua a essere la più noiosa in circolazione

Aumentano i soldi e la padronanza di mezzi ma Terrifier è sempre lo stesso: uno slasher spento che non ha niente da offrire se non una provocatorietà di facciata

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Per cinque minuti ci si crede quasi: Terrifier 3 ha un incipit pazzesco, che sfrutta al meglio l'ambientazione natalizia per dare ad Art il clown un ritorno col botto. Un'allegra famigliola riceve la visita del Babbo Natale sbagliato. La regia lavora in sottrazione sul fuoricampo (il suono dei passi sul tetto), il punto di vista infantile amplifica il terrore, lo splatter arriva debordante ma - rispetto al passato - ben dosato e quindi più disturbante. Un ultimo tocco ironico e si va in scena. Vuoi vedere che Damien Leone ha imparato a fare paura? Vuoi vedere che la produzione più seria ha migliorato la scrittura?

Dura solo i primi cinque minuti. Passati quelli si inizia a ricordare cos'è che non piaceva della saga Terrifier, e che qui torna pari pari al netto di un livello tecnico migliore. Detto in breve, i Terrifier sono film mortalmente noiosi. In due sensi: primo, Damien Leone come regista/sceneggiatore sembra totalmente incapace di gestire tutte le parti non splatter dei suoi film. Non sarebbe un problema se (come il primo Terrifier) questi fossero fiammate horror di un'ora e venti in cui non succede nient'altro.

Invece, già Terrifier 2 e ora ancor peggio Terrifier 3 sono film inutilmente lunghi, pieni di parti di raccordo, personaggi secondari, introspezione psicologica e legami familiari che (essendo scialbissimi e poco o niente interessanti) diluiscono la forza dell'horror anziché migliorarla. E il fatto è che - anche quando lo splatter entra finalmente in scena - Leone non è quasi mai capace di renderlo estroso, disturbante o anche solo divertente. Le scene horror di Terrifier 3 sono soprattutto uno showcase per i bravi creatori degli effetti speciali. Qualunque tensione è lontana chilometri, e anche il sangue può tenere lì le prime 2-3 volte, non di più.

Dove il film da solo mediocre diventa irritante è nell'idea - che affiora qua e là senza trovare compimento - di voler anche essere qualcosa di "sovversivo": verso una certa retorica natalizia e familista, ma in generale verso un cinema contemporaneo che non ammette più le provocazioni e la crudeltà di un tempo. Peccato che anche qui gli manchino totalmente la fantasia e la capacità di scrittura per sostenere questo supposto inno alla libertà d'espressione.

Bisogna decidersi: Terrifier 3 è solo uno splatter per divertirsi e contro l'horror che si prende sul serio (un'ora di piagnistei e sentimentalismo basico suggerirebbe di no)? O è un film a suo modo "politico" (anche solo nel senso delle immagini)? Entrambe non si possono avere. Nel dubbio, visto che il film ha incassato benissimo e il seguito si farà di sicuro, abbiamo una proposta: perché non assegnarlo a Joe Dante e fare un bel crossover con Gremlins? Così forse avremo qualche speranza di vederlo davvero, un horror di Natale anarchico e disturbante.

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