Terrifier 3, la recensione: la saga di Damien Leone continua a essere la più noiosa in circolazione
Aumentano i soldi e la padronanza di mezzi ma Terrifier è sempre lo stesso: uno slasher spento che non ha niente da offrire se non una provocatorietà di facciata
Per cinque minuti ci si crede quasi: Terrifier 3 ha un incipit pazzesco, che sfrutta al meglio l'ambientazione natalizia per dare ad Art il clown un ritorno col botto. Un'allegra famigliola riceve la visita del Babbo Natale sbagliato. La regia lavora in sottrazione sul fuoricampo (il suono dei passi sul tetto), il punto di vista infantile amplifica il terrore, lo splatter arriva debordante ma - rispetto al passato - ben dosato e quindi più disturbante. Un ultimo tocco ironico e si va in scena. Vuoi vedere che Damien Leone ha imparato a fare paura? Vuoi vedere che la produzione più seria ha migliorato la scrittura?
Invece, già Terrifier 2 e ora ancor peggio Terrifier 3 sono film inutilmente lunghi, pieni di parti di raccordo, personaggi secondari, introspezione psicologica e legami familiari che (essendo scialbissimi e poco o niente interessanti) diluiscono la forza dell'horror anziché migliorarla. E il fatto è che - anche quando lo splatter entra finalmente in scena - Leone non è quasi mai capace di renderlo estroso, disturbante o anche solo divertente. Le scene horror di Terrifier 3 sono soprattutto uno showcase per i bravi creatori degli effetti speciali. Qualunque tensione è lontana chilometri, e anche il sangue può tenere lì le prime 2-3 volte, non di più.
Bisogna decidersi: Terrifier 3 è solo uno splatter per divertirsi e contro l'horror che si prende sul serio (un'ora di piagnistei e sentimentalismo basico suggerirebbe di no)? O è un film a suo modo "politico" (anche solo nel senso delle immagini)? Entrambe non si possono avere. Nel dubbio, visto che il film ha incassato benissimo e il seguito si farà di sicuro, abbiamo una proposta: perché non assegnarlo a Joe Dante e fare un bel crossover con Gremlins? Così forse avremo qualche speranza di vederlo davvero, un horror di Natale anarchico e disturbante.