Terminator Salvation - La recensione

2018, le macchine hanno preso il controllo del mondo, mentre la resistenza umana cerca di opporsi. Il quarto capitolo della celebre saga non presenta grandi novità, se non un finale deludente...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloTerminator SalvationRegiaMcG
Cast
Christian Bale,    Sam Worthington, Moon Bloodgood, Helena Bonham Carter, Anton Yelchin, Jadagrace, Bryce Dallas HowardUscita05-06-2009La scheda del film

Se c'è stato un problema con la serie di Terminator dal terzo capitolo in poi, è stata sicuramente l'ombra di James Cameron e contemporaneamente lo scarso peso dei registi che si sono succeduti. Da una parte, distaccarsi troppo dal modello del realizzatore di Titanic sarebbe stato un grosso rischio, per via della prevedibile reazione negativa dei fan. Dall'altra, però, l'impressione è che Jonathan Mostow e McG non fossero personalità così imponenti da poter scegliere autonomamente una loro rotta precisa, senza lasciarsi condizionare da pressioni produttive e commerciali. Per questo, se il terzo capitolo della saga era un mero rifacimento di T2 nobilitato dagli ultimi cinque (ottimi) minuti, qui siamo su un analogo piano di (mancanza di) coraggio.

A stilare l'elenco delle cose ripetute/citate si rischierebbe di far notte: le frasi celebri (magari decontestualizzate), il Terminator che esce dalle fiamme o che continua a cacciare la sua preda anche senza le gambe, le inquadrature del Terminator che sale una scala, qualcuno sempre a disposizione per dare i suoi vestiti a chi ne ha bisogno o un automezzo che sfonda un muro e cade in basso per inseguire la sua preda. Addirittura, anche sul versante musicale si ricicciano cose già sentite. E quando non si saccheggia la saga di Terminator, c'è la storia del cinema ad aiutare (una sequenza è copiata pari pari da Apocalypse Now).

La notizia positiva è che McG svolge un lavoro migliore di quanto ci si potrebbe attendere dal regista di Charlie's Angels, non proprio il materiale più attinente a questa serie. La notizia negativa è che, oltre a quella appena fornita, ci sono veramente poche notizie positive da comunicare. Scavando, qualcosa di buono si trova. I titoli di testa, per esempio, funzionano bene, così come alcune spettacolari scene con l'elicottero. E sarebbe ingeneroso non ammettere che, per un'ora e mezza, il film si lascia vedere senza grossi problemi. Certo, cose sbagliate ci sono anche lì. Basti pensare a un'assurdità esibizionistica da parte di John Connor assolutamente fuori luogo, così come a una sottotrama tra la Bloodgood e Wothington che non funziona bene (l'impressione è che sia stato tagliato materiale importante nel loro rapporto). Inoltre, una scena d'azione risulta veramente infinita e troppo carica di roba. Così, la prima ora diventa una sorta di lungo prologo, come se anche questo fosse un film di origini (in parte lo è, ma non dovrebbe esserlo in maniera così eccessiva).

Il problema vero, tuttavia, quello che non consente di fornire alla pellicola almeno la sufficienza, è la parte conclusiva, che non ha assolutamente senso, se non per stupire (cosa in cui peraltro non riesce). Da una parte, ci si chiede se John Connor è veramente degno di essere il leader della resistenza, considerando che fa delle cose assurde e insensate. Peraltro, Christian Bale, di per sé discreto nell'interpretazione, forse è più adatto a ruolo oscuri e dark, come Batman, che a eroi sicuri di sé come questo. Inoltre, in questo film la difficoltà di reggere un ruolo già interpretato non da uno, ma da due attori diversi è veramente notevole. E d'accordo che Edward Furlong e Nick Stahl erano giovani all'epoca, ma il ricordo degli appassionati non può certo svanire in un attimo. D'altra parte, ci si chiede se la Skynet è veramente la società che ha quasi annientato la specie umana, viste alcune scelte inspiegabili. Insomma, quello che un tempo era una disputa apocalittica e affascinante, qui sembra una scaramuccia tra i giocatori di riserva delle due squadre.

Per esempio, qualcuno mi spieghi come il personaggio di Kyle Reese dovrebbe dare l'impressione di poter essere sopravvissuto per anni al disastro. Invece, vanno fatti i complimenti a Sam Worthington, che dimostra di avere un carisma notevole e di inserire una grande energia nel suo ruolo. Sicuramente, è un'ottima notizia per Avatar del già citato Cameron, in cui Worthington è il protagonista.

In sostanza, quello che andrebbe rimproverato a McG è di non essere riuscito ad andare oltre un semplice spettacolone senza una grande anima, pieno di gadget (le moto potevano risparmiarsele), ma senza che si sentisse veramente la carne e il sudore umano dei protagonisti combattenti. Diciamo non un inizio interessante per questa nuova trilogia. Anche se, visti i dati americani non straordinari, non giurerei che vedremo veramente altri due sequel...

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