Terapia Di Coppia Per Amanti, la recensione
Il film che adatta il libro omonimo parte con le migliori intenzioni ma accumula problemi e difetti fino ad una terribile terza parte e un ingiusto finale
Il problema di Terapia Di Coppia Per Amanti è proprio che non riesce a rendere ciò che la sceneggiatura racconta. Non rende per nulla bene il personaggio di Ambra Angiolini, l’amante in difficoltà, desiderosa di fare terapia, semplice ed incasinata, moderata eppure contaminata da slanci passionali, piena di forza eppure debole. Non rende bene alla stessa maniera il personaggio di Pietro Sermonti, che eccelle nelle note comiche ma non può sanare i problemi più gravi, come il fatto che sia un musicista che tutti descrivono come bravissimo ma quando suona sentiamo una musica molto molto ordinaria, suoni convenzionali e nulla che ci convinca della sua grandezza, nemmeno quando solo parla della musica. Infine è senza senso il personaggio di Sergio Rubini, il terapista, incoerente con le sue premesse e poco approfondito per l’importanza che poi assume.
Alla stessa maniera in cui compare all’improvviso Alan Sorrenti, per confessarsi outsider ed esibirsi in Figli delle Stelle dentro un night che pare vuoti accanto a Sermonti che suona, così molte altre parti del film sembrano aggiunte senza un vero perché, assemblate per forza e non per concordanza. Film che si costruiscono forzatamente invece che srotolarsi fluidamente davanti allo spettatore