Tekken 8, la recensione
Tekken ritorna in grande stile con un nuovo roboante capitolo perfettamente bilanciato tra innovazione e tradizione
Per coloro che sono cresciuti con i videogiochi degli anni Novanta, Tekken è da sempre sinonimo di divertimento. Sin dalla sua prima iterazione datata 1994, la serie sviluppata da Namco si è da subito distinta per la sua componente tecnica all’avanguardia, andando a rivaleggiare direttamente con Virtua Fighter per il picchiaduro 3D graficamente più bello in circolazione. Una contesa che, alla fine, ha visto proprio Tekken trionfare, permettendo al mondo intero di scoprire una sua seconda caratteristica fondamentale: l’accessibilità.Tekken, infatti, è da sempre una serie perfetta sia per i neofiti, che per coloro che vogliono approfondire i diversi combattenti e il loro relativo parco mosse. Un franchise in grado di accontentare tutti, insomma.
Nelle ultime settimane abbiamo passato diverse ore in compagnia del nuovo capitolo di questa celeberrima saga. Senza voler anticipare troppo quello che troverete nella nostra recensione, vi basti sapere che siamo rimasti sorpresi dal lavoro svolto dal team nipponico. Un lavoro che punta a migliorare la formula su tutta la linea, introducendo "piccole" aggiunte in grado di rivoluzionare l'esperienza finale. Il titolo sarà disponibile da domani, 26 gennaio, su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. Volete sapere se vale la pena tornare a fare la fila fuori dal vostro negozio di fiducia? Allora indossate i vostri guanti rossi, stringetevi forte la bandana sul capo e preparatevi a salire sul ring.
QUANDO LA FOLLIA PRENDE IL SOPRAVVENTO
Una volta avviato il gioco, vi renderete conto di un’importante introduzione al comparto single player: una vera e propria campagna. Si tratta a tutti gli effetti di una storia raccontata sulla falsa riga dei recenti Mortal Kombat, dove filmati si intersecano con vari scontri via via sempre più difficili. La trama ruota ancora una volta attorno alla faida tra Jin e Kazuya, ma questa volta lo scontro raggiunge una scala globale. Kazuya, infatti, ha intenzione di utilizzare il potere demoniaco per prendere il controllo dell’intero pianeta. Per farlo ha però bisogno di diventare più forte e decide quindi di organizzare l’ennesimo torneo in grado di raccogliere i migliori lottatori della Terra.
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In definitiva, la campagna single player ci ha divertiti, pur con qualche criticità negli scontri finali, che risultano tediosi e ripetitivi. Siamo comunque di fronte a una splendida base di partenza, che farà la gioia di tutti i fan di Tekken. Noi compresi.
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Nonostante la valida aggiunta della campagna, Tekken 8 offre comunque numerosi contenuti per giocatore singolo. Al di là dell’ormai classica modalità Arcade, troviamo anche la nuova Arcade Quest. Una volta creato il nostro avatar, realizzato in uno stile cartoon dal design poco accattivante, dovremo quindi scontrarci con diversi NPC sparsi per le varie mappe di gioco. Questo ci permetterà di salire di rango, ottenendo così nuovi contenuti per personalizzare il proprio personaggio e la scheda da mostrare agli altri utenti online. Siamo di fronte a una modalità che funziona anche come perfetto tutorial per imparare le basi del gioco, necessarie poi per affrontare i giocatori reali che ci aspettano online. Giocatori che non abbiamo fatto fatica a trovare grazie a un matchmaking solido e che siamo certi aumenteranno ulteriormente quando il titolo sarà disponibile per tutti a partire dal 26 gennaio.
Tekken 8 è quindi un gioco ricco di modalità, ma quanto cambia rispetto ai precedenti capitoli?
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Bastano poche partite per rendersi conto di quanto la nuova fatica di Namco sia un perfetto mix tra innovazione e tradizione. Se le meccaniche base sono rimaste quasi del tutto invariate, la presenza dell’Heat cambia invece l’approccio ad alcuni scontri. In pratica l’Heat è un momentaneo power up che permette al giocatore che lo attiva di sferrare possenti colpi in grado di ribaltare la partita. A questo si aggiunge l’Heat Smash, una mossa letale diversa per ogni personaggio e in grado di effettuare un danno considerevole all’avversario. Una semplice aggiunta, ma che rende gli scontri più aggressivi e appaganti, costringendoci a rimanere sempre vigili e pronti a reagire.
Segnaliamo, infine, che Tekken 8 presenta una grande varietà di combattenti. Combattenti che non risultano mai simili tra di loro e che ci hanno tutti trasmesso un feeling unico. Passando da un personaggio all'altro ci siamo resi conto di quanto ognuno di essi vanti approcci differenti, adattandosi così a ogni tipo di giocatore. Alcuni risultano infatti più tecnici, altri invece più accessibili. Non abbiamo notato, però, particolari sbilanciamenti in favore dell'una o dell'altra categoria. Un risultato non da poco, che conferma la bontà del team di Harada.
LA POTENZA TECNICA, ANCORA UNA VOLTA
Da un punto di vista puramente grafico, Tekken 8 è incredibile. I modelli tridimensionali sono curati nel minimo dettaglio e, soprattutto, i numerosi effetti a schermo non danno mai fastidio durante gli scontrri, contribuendo solo a renderli più spettacolari. Ottimo lavoro, ancora una volta, sul design dei personaggi, che ci ha convinto in toto e che dimostra la qualità artistica raggiunta ormai da Bandai Namco. Se l’occhio vuole la sua parte, lo stesso si può dire per l’orecchio. La soundtrack di Tekken 8 è estremamente curata, presentando brani che si fondono perfettamente con il gameplay. Un plauso particolare ai sound effect, che riescono a trasmettere alla perfezione la forza di ogni singolo colpo. Una soddisfazione tale che ci ha convinti a tal punto da affermare di trovarci di fronte al miglior sound design disponibile al momento in un picchiaduro. Ascoltare per credere.
Tekken 8 è un titolo di altissimo livello. La conferma di come piccole innovazioni e aggiunte possano permettere a un franchise di risollevarsi e trovare una nuova direzione verso la quale dirigersi. Pur senza rivoluzionare nulla, Bandai Namco ci regala uno dei capitoli della serie migliori di sempre. Un nuovo “Tekken 3” con il quale giocare in compagnia dei nostri amici, siano essi più o meno esperti del genere. Questo perché il team nipponico è riuscito nell’intento di creare un’opera spettacolare, accessibile e, soprattutto, dannatamente divertente. Un risultato che conferma per l’ennesima volta il buon periodo che stanno vivendo i picchiaduro.