Tata Matilda e il grande botto - La recensione

Una famiglia deve sopravvivere mentre aspetta il ritorno dalla guerra del marito e padre. Per fortuna, c'è Tata Matilda. Magari non all'altezza dell'originale, ma comunque un notevole prodotto per famiglie...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Tata Matilda e il grande botto
RegiaSusanna White
Cast
Ralph Fiennes, Maggie Gyllenhaal, Ewan McGregor, Emma Thompson, Maggie Smith, Rhys Ifans, Daniel Mays
uscita4 giugno 2010 

Ci sono film che non saranno mai amati dalla critica. Sono quei titoli che non risultano né troppo seriosi (insomma, pellicole da Festival che trattano Argomenti con la A maiuscola), né troppo cool (Tarantino, i Coen, Takashi Miike, proseguite la lista a piacimento), mentre tentano semplicemente di risultare dei buoni lavori medi. Se poi alcuni prodotti hanno un target preciso e magari sono rivolti alle famiglie, sarà veramente difficile leggere panegirici sui mass media.

Sicuramente, avverrà qualcosa del genere per Tata Matilda e il grande botto. D'altronde, già per il primo episodio (che peraltro non è detto tutti conoscano, visto che l'originale da noi ha raccolto poco più di un milione di euro) abbiamo assistito a un fenomeno simile, per cui, nonostante un prodotto di alto livello e decisamente sopra la media di film analoghi, l'eccitazione non è stata proprio enorme.

Questo secondo capitolo forse non raggiunge il piacere mostrato dal suo predecessore, ma comunque rimane decisamente un intrattenimento consigliabile per tante ragioni. Intanto, i protagonisti, giovani e meno giovani. Emma Thompson ormai è una certezza in un ruolo del genere (che probabilmente è anche un sollievo rispetto ad altre parti più serie in cui è impegnata normalmente), nel quale può mostrare una dolcezza severa perfetta per il personaggio che incarna. Anche la new entry Maggie Gyllenhaal si dimostra (non avevamo dubbi) deliziosa.

Ma l'aspetto più interessante è forse la cura dei personaggi dei bambini. Al di là di interpretazioni notevoli da parte dei giovani attori, è bello finalmente vedere dei bambini non stereotipati, ma dei protagonisti completi, di cui possiamo capire le tante difficoltà e complessità. Abituati a bambini petulanti e pasticcioni che stanno in scena per provocare soltanto risate sceme, direi che la differenza è notevole. E anche quando arrivano in scena gli animali (maiali o capre che siano) è possibile non scivolare nel patetico, ma invece risultare deliziosi.

Dove questo secondo capitolo manca non è tanto nell'eccesso didascalico (che in realtà comunque è accettabile), ma forse in una eccessiva semplicità della sceneggiatura. Per esempio, rispetto al primo capitolo, manca un interesse della protagonista che vada oltre l'intento umanitario di migliorare la vita di una famiglia. E di sicuro il finale è un po' troppo lungo e prolisso.

Ma anche così, l'unico rimpianto nel vedere questa serie è che i realizzatori non abbiano anche lavorato a Harry Potter. Così, anche quella saga sarebbe diventata un gioiellino...

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