Tangledeep, la via per la scoperta passa attraverso un labirinto - Recensione

Un dungeon crawler ispirato ai classici dell'epoca 16 bit: la recensione di Tangledeep

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti.


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I venti di passione per lo stile old school sembrano non voler smettere di soffiare e ci hanno portato un dungeon crawler roguelike, realizzato da Impact Gameworks, Tangledeep, uscito il 31 gennaio scorso su Nintendo Switch e PC. Tangledeep ci introduce a un mondo fantastico,nel quale la protagonista è una degli abitanti di un mondo sotterraneo composto da diversi villaggi e abitato da personaggi parecchio estrosi e originali. Unica via per uscirne è un labirinto in costante mutamento, che dà il nome al gioco, nessuno sa cosa ci sia oltre e starà a noi scoprirlo.

Potremo scegliere il nostro personaggio da una lista di 12 classi tutte diverse tra loro (tre delle quali saranno sbloccabili nel corso del gioco), così come oggetti, accessori, abilità e una di tre difficoltà di gioco: Heroic, Adventure e Hardcore. Entriamo quindi in un dungeon crawler a turni, nel quale combattere contro nemici di ogni tipo, sfuggire a trappole, pianificare i propri movimenti, nella piena tradizione del genere, con la sconfitta che si può nascondere dietro ogni passo. In base ad una delle opzioni legate alla scelta del livello di sfida potremo scegliere se accompagnarvi la terribile esperienza del permadeath o tornare in città ogni volta che moriamo.

[caption id="attachment_193302" align="aligncenter" width="1280"]Tangledeep screenshot L'impatto estetico è gradevole...[/caption]

È molto inusuale dover tenere premuto il tasto A mentre ci si sposta con lo stick sinistro, una scelta piuttosto particolare che complica le cose senza particolari motivi, mentre il combattimento è piuttosto tradizionale. Nonostante la loro abbondanza i vari indumenti e armature con cui il personaggio si equipaggia man mano che avanza nel gioco non saranno visibili, una scelta (di comodo) che strizza l'occhio alla tradizione, ma non del tutto gradita. Totalmente apprezzabile è invece lo sfruttamento, su Nintendo Switch, del touchscreen, grazie al quale è possibile navigare più agilmente tra menù ricchi di informazioni e elementi.

"Tangledeep è dunque un esponente abbastanza classico del genere di appartenenza"Ad arricchire il gameplay di Tangledeep c'è un'opzione di gioco che permette di catturare i mostri, accudirli, farli crescere e farsi accompagnare da loro nel corso dell’avventura, elemento utile anche a rinforzare la longevità di gioco, di per sé già molto buona. Gli elementi naturali di appartenenza delle creature hanno una loro funzione precisa: l’acqua potenzia i fulmini (evocabili), il fango ci blocca a terra, la lava può ferire noi e i nostri nemici, tutto secondo una serie di rapporti più o meno già visti.

[caption id="attachment_193303" align="aligncenter" width="1280"]Tangledeep screenshot ...ma l'interfaccia di gioco non è il massimo della chiarezza[/caption]

Nonostate una cifra stilistica che omaggia i classici dell'epoca 16 bit il comparto tecnico soffre di alcune problematiche, come un dettaglio dei personaggi e una cura delle ambientazioni non del tutto convincenti, e alcune trovate, come la differente colorazione delle scritte relative a concetti importanti, parole particolari e altro, non sono particolarmente azzeccate.

Tangledeep è dunque un esponente abbastanza classico del genere di appartenenza, il cui richiamo sarà sicuramente interessante per i suoi appassionati, ma poco per coloro non troppo abituati alle sue dinamiche, non potendo contare su elementi particolari che ne esaltino l'attrattiva.

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