Tales of Arise, quando le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo | Recensione

Dopo numerose ore passate con il pad in mano, siamo finalmente pronti a darvi la nostra opinione su Tales of Arise

Condividi

È con una splendida citazione di Jim Morrison che vogliamo aprire questa recensione di Tales of Arise. Esattamente come riportato nel titolo: “le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo”. Ebbene, questa particolare scelta d'incipit ci è sembrata il modo migliore per raccontarvi la nostra opinione sulle avventure di Alphen e dei suoi amici. Un gruppo di guerrieri disposti a fare qualsiasi cosa per salvare la brava gente di Dahna dall'oppressione degli invasori di Rena.

Ma facciamo qualche passo indietro.

Tales of Arise è il capitolo più recente del franchise sviluppato e pubblicato da Bandai Namco. In uscita su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox e PC, questo maestoso JRPG sembra voler portare il brand verso nuove vette. Vette sulle quali abbiamo avuto occasione di arrampicarci nelle scorse settimane, dando fondo a tutta la nostra riserva di ossigeno per farvi avere il maggior numero di informazioni possibile. Durante questo viaggio, non ve lo nascondiamo, ci siamo seriamente emozionati e una volta completato ci ha lasciato il desiderio di rimetterci nuovamente in marcia. In attesa dell'uscita del gioco, fissata per il 10 settembre, vi invitiamo ad accompagnarci lungo questa recensione, nella speranza che possa aiutarvi a decidere se acquistare o meno questo splendido titolo. Detto questo: sigla d'apertura. Si va in scena.

Tales of Arise racconta la storia di Alphen, un ragazzo che indossa una metallica maschera di ferro e che non ricorda nulla del proprio passato. Tutto quello che rammenta è il suo recente periodo di schiavitù, trascorso insieme agli altri abitanti del pianeta Dahna. Da oltre tre secoli, infatti, questo popolo è stato soggiogato dai renani, una razza aliena originaria del vicino mondo di Rena. Tra i due giganteschi globi celesti, troviamo Lenegis, un enorme satellite che funge da base operativa per i renani e i loro misteriosi traffici.

In seguito all'incontro tra Alphen e l'affascinante Shionne, tra i due nasce una particolare sintonia che li spingerà ad allearsi per un comune obiettivo. Da un lato troviamo quindi il guerriero senza memoria e con la straordinaria capacità di non provare alcun dolore. Dall'altro, invece, un splendida ragazza in grado di ferire chiunque la tocchi. Questo è ovviamente solo l'inizio di una storia che non vogliamo rovinarvi, ma che introdurrà numerosi nuovi personaggi e spunti di riflessione.

Il titolo sviluppato da Bandai Namco vuole essere uno shonen videoludico e, per seguire questa direzione, mette in scena numerosi momenti tipici di questa tipologia narrativa. I personaggi sono quindi molto emotivi e capiterà spesso di imbattersi in reazioni esagerate, che potrebbero quasi stonare con le serie tematiche trattate. Questo perché Tales of Arise parla di libertà, di razzismo, di divisione sociale per tutta la durata dell'avventura, che può superare anche le cinquanta ore di gioco. Durante le nostre intense sessioni col pad in mano ci siamo trovati spesso stupiti della profondità con la quale vengono dipinti determinati argomenti. L'abilità del team nipponico di raccontare questo tipo di storia, pur mantenendo i toni tipici del succitato genere shonen è sicuramente uno dei punti di forza di questo JRPG.

Ogni singolo personaggio che incontreremo nel corso dell'avventura ha un solido background alle spalle. Ci troviamo di fronte a caratterizzazioni che ricalcano gli stereotipi dei personaggi presenti nella maggior parte di manga e anime, ma che nascondono qualcosa in più. I protagonisti di Tales of Arise sono infatti molto più profondi e caratterizzati di quanto non vogliano dare a vedere. Una caratterizzazione che non trovavamo in un gioco di ruolo giapponese dai tempi di Persona 5, seppur in modo completamente differente dal titolo Atlus.

Certo, talvolta le tematiche a carico di ognuno di essi vengono gettate in faccia al giocatore con un po' troppa insistenza, ma non per questo ci sentiamo di punire l'ottimo lavoro dei narrative designer. L'opera Bandai Namco si racconta attraverso filmati in stile anime, altri con il motore di gioco e in altri ancora tramite lo stile del motion comic. Tre differenti linguaggi, ma qui al servizio di un solo messaggio: far capire ai giocatori quanto “una persona sia libera solamente nel momento in cui desidera esserlo”. E sì, ci sembrava giusto chiudere la discussione sul comparto narrativo con una splendida citazione di Voltaire.

Da un punto di vista ludico, Tales of Arise rientra a pieno titolo nel genere dei JRPG con meccaniche action. Se durante l'esplorazione ci troviamo di fronte a un tipico gioco di ruolo di stampo nipponico, nei combattimenti saremo noi a prendere le redini dei nostri personaggi. Dopo un brevissimo caricamento, infatti, passeremo dal mondo di gioco allo scontro con i nostri nemici. A quel punto potremo muovere i nostri protagonisti e attaccare direttamente il bersaglio, senza ricorrere quindi alla meccanica dei “combattimenti a turni”.

Al di là di un colpo standard e di un'abilità evasiva (schivata o parata che sia), ogni eroe vanterà abilità uniche. Abilità che prendono il nome di “Arti” e che, per essere attivate, consumeranno una determinata barra presente sopra la vita del personaggio. Nel corso del lungo viaggio di Alphen, ogni protagonista potrà salire di livello e acquistare nuove mosse tramite i Punti Abilità raccolti durante il combattimento.

Sono inoltre presenti quelli che vengono definiti “Attacchi Boost”, ovvero particolari azioni di supporto dei vari membri del party. Azioni che non solo causeranno danni al nemico, ma che hanno una particolare funzione all'interno degli scontri. Law potrà sfondare gli scudi dei nemici corazzati, mentre la maga Rinwell potrà rubare le magie “castate” dagli avversari e usarle contro di loro, per fare due semplici esempi. Segnaliamo, infine, la presenza degli Assalti Boost, potenti attacchi in grado di ribaltare le sorti della battaglia e utilizzabili dopo aver inflitto abbastanza danni consecutivi al nemico.

Il risultato di questo combat system è un tripudio di colori, che talvolta però sfocia nella confusione. Una confusione che obbliga comunque il giocatore a non premere tasti a ripetizione, ma a gestire sapientemente la propria Barra delle Abilità e a schivare con maestria gli attacchi più potenti. Ad ogni modo, affrontare la moltitudine di creature messe in scena dal titolo Bandai è un vero e proprio piacere, in grado di appagare l'utente anche dopo cinquanta ore di scontri serrati.

Per quanto riguarda la succitata esplorazione, ci troviamo di fronte al più classico dei JRPG, con sentieri ben delineati con qualche deviazione pensata per raccogliere lo scrigno o l'oggetto raro di turno. Vagare per Dahna è comunque affascinante, vista la varietà cromatica e di design di ognuno dei continenti che ci troveremo a visitare. Aspettatevi inoltre quasi ottanta missioni secondarie, la raccolta di preziosi collezionabili (dei simpatici gufetti) e le immancabili missioni di pesca. Segnaliamo, però, come il minigioco che ci vedrà raccogliere pesci da vendere ai mercanti si sia rivelato uno dei più divertenti degli ultimi anni. Un simpatico diversivo, dopo ore e ore di combattimenti adrenalinici.

Tales of Arise

Grazie all'utilizzo dell'Unreal Engine 4 e a una direzione artistica davvero sensazionale, Tales of Arise si presenta graficamente come il miglior capitolo del franchise. Su PlayStation 5 e Xbox Series X c'è inoltre la possibilità di dare la priorità a maggiori effetti estetici o al frame rate. Dopo aver testato entrambe le versioni, vi possiamo confermare che i 60 FPS granitici sono il modo migliore per apprezzare gli intensi combattimenti del titolo Bandai Namco. I dettagli grafici aggiuntivi, infatti, sono poco evidenti e non valgono assolutamente il sacrificio della fluidità di gioco. Come già affermato poco fa, siamo rimasti molto colpiti anche dal design di personaggi e creature. Talvolta alcuni modelli dei nemici tornano più volte in scena, subendo qualche leggera modifica per adattarsi al continente nel quale ci troveremo a viaggiare, ma non si può certo dire che manchi varietà nel concept degli avversari.

Impeccabile anche il comparto sonoro, curato da Motoi Sakuraba e in grado di offrire momenti davvero emozionanti. Segnaliamo, infine, come Tales of Arise vanti anche un doppiaggio in giapponese e in inglese di ottimo livello. Un vero e proprio piacere per occhi e orecchie, insomma.

Tales of Arise è tutto quello che avremmo voluto giocare e molto di più. Talvolta la narrativa si incastra nelle meccaniche da shonen e altre volte la confusione degli scontri riesce difficile capire cosa stia accadendo a schermo. Nonostante ciò, però, l'opera di Bandai Namco è uno dei più fulgidi esempi di JRPG di stampo action presenti sul mercato attuale. Le tematiche trattate sono straordinariamente profonde e abbiamo amato ogni singolo minuto passato all'interno del titolo diretto da Hirokazu Kagawa. Lasciate perdere il voto qui sotto e, se amate il tratto anime e i giochi di ruolo orientali, preparatevi ai blocchi di partenza per il 10 settembre. Tales of Arise sta per arrivare e dormire non rientrerà più tra le vostre priorità.

Continua a leggere su BadTaste