Taboo 1x02: la recensione
Il secondo episodio di Taboo conferma quanto di buono visto nel primo, aumentando la pericolosità dei nemici di James
Gli interessi della Compagnia delle Indie si scontrano con le intenzioni dell'erede di Horace Delaney, e la morte del giovane sembra essere, secondo Sir Stuart Strange (Jonathan Pryce) la via più rapida per raggiungere i più loschi scopi, in un clima di predominio di cui persino il Principe Reggente (Mark Gatiss) sembra aver timore. Ma James è un osso duro, si aggira come un cane randagio per una Londra mai stata tanto fangosa, per nulla spaventato all'idea di sporcarsi le mani. Un diavolo tenuto a freno da un autocontrollo che fa intuire l'incandescenza sotto la cenere. E ombre dal passato continuano a tormentare i suoi giorni e le sue notti, ombre da cui iniziamo a intuire i contorni di una tragica storia di schiavitù di cui James fu, probabilmente, complice nei suoi anni di peregrinazione.
La figura, a oggi, più sfuggente della serie scritta da Steven Knight resta Zilpha (Oona Chaplin), sorellastra di James con cui l'uomo sembra aver avuto dei trascorsi che hanno attraversato gli scabrosi terreni dell'incesto. Lasciata a bocca asciutta dal testamento del padre, con gran scorno del marito Thorne, la donna continua a manifestare sentimenti contrastanti verso il fratellastro, alternando una circospetta ritrosia a evidenti slanci pervasi di morbosa attrazione. Dove condurrà i due personaggi questo legame oscuro e solcato d'inquietudine, sarà certo materia d'indagine per i prossimi episodi. Per ora, non possiamo che confermare la solidità finora dimostrata dalla serie, sorretta da una perfezione visiva che nulla ha da invidiare al miglior cinema e da interpretazioni intense e magnetiche.