Svaniti nella notte, la recensione
Raro esempio di film italiano di puro genere, Svaniti nella notte aderisce con efficacia a schermi e caratteri standard in una dimensione internazionale
La nostra recensione di Svaniti nella notte, disponibile su Netflix
E dire che Svaniti nella notte inizia veramente male. Inizia cioè con alcuni quadretti familiari intimistici che lasciano presagire una narrazione più incentrata sull'introspezione che sull'intreccio. Per fortuna così non sarà. Si arriva in fretta al punto: nella prima scena Pietro (Riccardo Scamarcio) e Elena (Wallis) sembrano una coppia felice mentre giocano con i due figli, ma subito dopo li vediamo discutere il divorzio. Una sera, mentre la madre è via, i bambini vanno a dormire dal padre, ma durante la notte all'improvviso scompaiono. Poco dopo, una telefonata informa l'uomo che deve recuperare una grossa cifra entro pochi giorni per poterli rivedere. Spinto dalla moglie, si imbarca in una pericola missione.
In quest'orizzonte, la confezione lascia poco spazio a vere sorprese per lunga parte, configurando un prodotto gradevole ma non sorprendente. Tutto fa un notevole passo in avanti quando vengono messi in campo false piste e svolte anche nei comportamenti dei protagonisti. Il merito degli sceneggiatori Francesca Marciano e Luca Infascelli è di renderli sul finale figure ambigue, dove il cambiamento non è solo funzionale al plot twist ma rivela interiorità sfuggenti e sfaccettate. Così, anche l'interpretazione, a prima vista svogliata, di Wallis trova una ragione d'essere e ben si accorda a quella di un sempre convincente Scamarcio, che senza dire molte parole sa ben esprimere desideri e intenzioni del suo personaggio.