Surgeon Simulator: Experience Reality, l'allegro chirurgo in VR - Recensione

Il gioco che ha reso famosi gli Youtuber di tutto il mondo alle prese con la realtà virtuale: la recensione di Surgeon Simulator: Experience Reality

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Surgeon Simulator, nella sua edizione originale, con l’ingenuità che si concede solo agli ultimi arrivati, effettuava una piccola, ma consistente rivoluzione copernicana, vero e proprio espediente che gli ha permesso di rivaleggiare, in termini di notorietà, con Goat Simulator, altro indie che ha scardinato uno dei tanti assiomi su cui si basa il game design contemporaneo.

L’assurdo simulatore di Bossa Studios non tentava di scimmiottare il bellissimo, e difficilissimo, Trauma Center, titolo fondamentalmente imprescindibile per qualsiasi possessore di un Nintendo DS. Surgeon Simulator voleva essere, in tutto e per tutto, la scanzonata trasposizione videoludica de L’Allegro Chirurgo, già spensierato ed esilarante gioco da tavolo conosciuto praticamente da chiunque.

[caption id="attachment_167284" align="aligncenter" width="600"]Surgeon Simulator Experience Reality screenshot Naturalmente per ogni livello sono previste missioni secondarie e limiti di tempo da rispettare che faranno eventualmente lievitare il punteggio.[/caption]

Campione di click, visto il suo successo tra gli Youtuber di tutto il mondo a caccia di facili visualizzazioni, si è imposto come un piccolo fenomeno trash, creandosi un discreto seguito di fan che, naturalmente, non potevano che accogliere con un discreto fervore la transizione del titolo nel panorama della realtà virtuale.

Surgeon Simulator: Experience Reality è fondamentalmente un porting in VR dello stesso gioco già disponibile da anni su PC e iOS. Sia che possediate Oculus Rift, che HTC Vive o PlayStation VR, i contenuti proposti sono pressoché identici dell’originale, adattando semplicemente l’intera esperienza per funzionare (almeno sulla carta) in un ambientazione che si espande tutt’intorno all’utente.

"Surgeon Simulator: Experience Reality è semplicemente rotto, non funziona, non appassiona."

Il quid di questo porting va insomma ricercato in questo rinnovato senso d’immersione, nell’ulteriore innalzamento del livello di difficoltà per quanto riguarda l’interazione con lo scenario, con il paziente, con gli strumenti che vi permetteranno di maciullare, tranciare, forse “guarire” lo sfortunato di turno che vi capiterà tra le mani.

Sia su PC che su PlayStation 4 si può scegliere il sistema di input preferito. L’accoppiata mouse-tastiera e Dualshock 4 da una parte, motion controller (Move compresi dunque) dall’altra. In entrambi i casi, la sostanza è la stessa. In teoria ci si approccia all’operazione di turno, si effettuano le manovre del caso utilizzando gli strumenti messi a disposizione, si affrontano le immancabili complicazioni del caso, ci si crogiola nella positiva riuscita dell’operazione in vista del successivo livello.

[caption id="attachment_167286" align="aligncenter" width="600"]Surgeon Simulator Experience Reality screenshot Con un po’ di pratica la situazione migliora lievemente, è vero, ma completare un livello continuerà ad essere un supplizio, piuttosto che una gioia.[/caption]

Surgeon Simulator, dicevamo, giocava con le basi fondanti del game design e proprio per questo, nella versione originale, riusciva ad essere divertente, trash e folle al punto giusto, proprio perché il sistema di controllo era coscientemente e volutamente “rotto”. Afferrare un bisturi, estrarre un polmone, ricucire un taglio, erano tutte operazioni complesse perché bisognava scendere a compromessi con comandi mal calibrati, incomprensibili sulle prime, gestiti da un motore fisico tutt’altro che simulativo. Era “difficile”, ma divertente perché domabile, a grandi linee gestibile, interpretabile al punto da stimolare la creatività del videogiocatore nell’inventarsi nuove torture da sottoporre al paziente di turno, con la complicità degli assurdi oggetti messi a disposizione.

Surgeon Simulator: Experience Reality supera questa sottilissima linea di demarcazione, sconfinando nella frustrazione. Ai già noti problemi con il sistema di controllo, difatti, si aggiungono quelli relativi al tracciamento dei movimenti dell’utente con il risultato che spesso e volentieri non si riesce nemmeno a raggiungere gli strumenti per operare. Soprattutto con PlayStation VR la situazione è assolutamente ingovernabile, sia quando ci si muove per la sala operatoria, e la telecamera perde continuamente traccia di visore e controller, sia quando si avvicinano le mani al paziente e la compenetrazione del modello poligonale disattiva automaticamente la presa su qualsiasi cosa si stia stringendo tra le mani.

L’ilarità lascia il posto al fastidio, il sorriso viene sostituito da una smorfia di disgusto, il divertimento sprofonda nel giro di qualche tentativo andato a male, consumato e fagocitato da una crescente frustrazione che non lascia scampo.

[caption id="attachment_167285" align="aligncenter" width="600"]Surgeon Simulator Experience Reality screenshot Ogni livello propone diverse difficoltà e spesso queste saranno innescate dall’ambiente in cui vi ritroverete ad operare. A gravità zero, per esempio, dovrete anche tener conto degli organi che fluttueranno tutt’intorno.[/caption]

Surgeon Simulator: Experience Reality è semplicemente rotto, non funziona, non appassiona. Se l’edizione originale riusciva ad attirare l’utente proprio grazie alle situazioni paradossali che scaturivano da un controllo non perfetto sugli strumenti messi a disposizione, il pessimo lavoro svolto dagli sviluppatori nel tracciamento dei movimenti del videogiocatore rendono il titolo semplicemente ingiocabile. Dal giorno della release è già stata rilasciata una patch, ma nemmeno questo accorgimento è riuscito a risolvere la situazione.

Se proprio volete dare una chance al gioco, optate per la versione originale. Questo sconfinamento nel territorio della VR è un autentico buco nell’acqua e, come se non bastasse, è proposto ad un prezzo assolutamente fuori mercato.

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