Superman/Batman: Supergirl, la recensione

Superman/Batman fa incontrare i due eroi con Supergirl, la cugina dell'Uomo d'Acciaio giunta sulla Terra dopo l'esplosione di Krypton

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Nel 2004, per proseguire la testata Superman/Batman dopo l'esordio con lo storyarc Nemici pubblici (adattato poi anche in un film d'animazione), Jeph Loeb decide di riportare sulla Terra SupergirlKara Zor-El era infatti assente dalle testate DC Comics dalla sua morte avvenuta sulle pagine di Crisi sulle Terre infinite, anche se in quei 20 anni diversi personaggi hanno vestito il costume di Supergirl.

Il meteorite che nella storia precedente aveva minacciato il mondo era dunque strettamente connesso a Superman: si trattava della navicella su cui viaggiava Kara Zor-El, spedita sulla Terra dai suoi genitori poco prima dell'esplosione di Krypton per prendersi cura del neonato Kal-El. La spedizione ha evidentemente subito un lungo ritardo, e Batman scopre l'astronave sul fondale marino, portando in salvo la ragazza alla Fortezza della Solitudine. Ma se l'Uomo d'acciaio è entusiasta di ricongiungersi con un membro della sua famiglia, il Cavaliere Oscuro è piuttosto sospettoso sull'identità della ragazza.

Loeb scrive una storia di presentazione che introduce in modo classico un nuovo personaggio senza tenere conto delle sue precedenti incarnazioni; una scelta chiaramente fatta con un occhio ai lettori più giovani, una sorta di reboot della figura di Supergirl come negli anni precedenti era stato effettuato per altri eroi ed eventi dell'Universo DC. Nel fare questo, lo sceneggiatore porta avanti una trama abbastanza ordinaria ma avvincente, confermando il meccanismo narrativo delle didascalie incrociate tra Superman e Batman che evidenzia similitudini e differenze tra le mentalità dei due supereroi.

La trama riserva però alcune sorprese nella seconda parte, con l'intervento di un temibile villain e alcune scene in grado di far sobbalzare il lettore, anche se lo status quo generale non subisce particolari scossoni, né vengono introdotti elementi originali che possano mostrare il personaggio da un punto di vista inedito. Si tratta di un approccio a Supergirl moderno e tradizionale allo stesso tempo, che intrattiene e raggiunge l'obiettivo di presentarla a una nuova generazione di lettori, lasciando però con una sensazione di "già visto" gli appassionati di lunga data.

Valore aggiunto dell'opera sono senza dubbio le tavole di Michael Turner, disegnatore che ha lavorato soprattutto sulle testate Top Cow e Aspen Comics, come Witchblade o Fathom; nei primi anni Duemila, l'artista ha illustrato diverse copertine degli albi DC Comics e in quest'occasione si concede per l'unica volta di offrire il suo tratto alle pagine interne di un fumetto della casa editrice.

Lo stile di Turner valorizza la rappresentazione di donne affascinanti, perciò è particolarmente adatto alle figure di Supergirl e Wonder Woman, entrambe con un ruolo centrale nella vicenda. Il tratto del compianto artista appare invece un po' meno efficace per le fattezze dei personaggi maschili o nella costruzione delle tavole, ma non si può non rimanere affascinati dagli occhioni azzurri di Kara Zor-El o dalle sue forme sinuose, cosa che rende questa incursione straordinaria all'interno di un fumetto DC Comics un'eccezione piacevole.

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