Superman: Anno uno, la recensione
Anno uno di Frank Miller e John Romita Jr. ci consegna un Superman che sfrutta i propri poteri senza remore e con il quale è più difficile empatizzare
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Molti si sono chiesti se il Superman protagonista di questa miniserie non sia in realtà quello visto ne Il ritorno del Cavaliere Oscuro (The Dark Knight Returns), più "succube" del potere costituito (ricorderete con quanta facilità Lex Luthor lo metta contro Batman), rendendo questa storia una sorta di prequel. Con ogni probabilità, la cosa non interessa più di tanto a Miller. O meglio, l’autore preferisce concentrare i propri sforzi sull'attualizzazione dell'Uomo d'Acciaio all'interno di un contesto moderno.
"Quello che colpisce è quanto questo Supes risulti quasi del tutto privo di empatia"Se questo è un luogo dominato dalla violenza, dai giochi di potere e dalle sporche guerre – e poiché, per Miller, Clark Kent è solo una maschera, in barba a Byrne e Johns –, ecco un Superman che entra a far parte dell'esercito, che è del tutto consapevole del suo potere e lo sfrutta quando è necessario, anche per scopi privati in alcune occasioni. Il Nostro si fa così beffa del mondo di oggi, dove lo sfoggio di potere si dimostra sempre un atto di codardia quando viene sfidato. Una sorta di satira di certe forze politiche, ma trasversale: da una parte all’altra.
A livello narrativo, quello che colpisce è quanto questo Supes risulti quasi del tutto privo di empatia, in quanto non cela a se stesso o agli altri il fatto di essere superiore a qualunque essere umano. Un Super Uomo, appunto. Ne deriva una sensazione decisamente straniante, rispetto a quella che dà solitamente l'Azzurrone che ben conosciamo. È davvero questo l'unico Superman che può dire la sua in questo caotico Ventunesimo Secolo? O forse è davvero fuori posto e il suo vero viaggio deve compiersi altrove?
Alla parte grafica, un John Romita Jr. sui livelli a cui ci ha abituati negli ultimi anni. Molte sono state le discussioni relative al suo stile odierno, a detta di molti superato e che impallidisce di fronte alle sue prove del passato. Tali critiche tuttavia, per quanto legittime, non tengono conto che ci troviamo di fronte a un artista con decenni di esperienza alle spalle e una carriera artistica che ha già raggiunto il suo apice, ma che è ancora capace di costruire una tavola e saper raccontare per immagini, rendendo realistici i protagonisti che la animano.
La miniserie, va detto, ha un finale aperto e presuppone un seguito. Di cui al momento non c'è traccia negli annunci della DC Comics, ma va considerato che questa storia è relativamente recente. Solo il tempo ci dirà se il destino di Superman è racchiuso nelle stelle e in un viaggio che mai vedremo… o se la storia delle sue origini troverà prima o poi una degna conclusione.
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