Superman: Alieno Americano, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi Superman: Alieno Americano, una storia sui momenti formativi del giovane Clark Kent
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Il racconto è quello di un giovane Clark Kent, in momenti diversi della sua crescita e della sua scoperta di cosa voglia dire essere un alieno, avere i poteri di Superman e vivere in Kansas o a Metropolis. Si va in ordine cronologico, ma si salta da un'età all'altra, dall'infanzia all'adolescenza, dalle porte dell'età adulta alla piena giovinezza. Tutti i dubbi della crescita, sono amplificati dalla particolare biologia di Kal-El, di un alieno che non controlla più il suo corpo, che si rende conto di essere diverso e non ha la minima idea di come gestire la situazione. Niente di nuovo. Abbiamo visto in mille salse la storia di Clark che scopre di non essere come gli altri, che si crea una propria morale, che si confronta con il mondo esterno. Ma la sensibilità di Landis è notevole e ci mette un Clark fuori continuity sotto gli occhi toccando con decisione il cuore del personaggio che è destinato a diventare.
Ammettiamolo: Superman non è il personaggio più semplice da rendere interessante, né è proprio immediato voler bene a un essere che rappresenta tutto il meglio della razza umana senza appartenerle. Landis lo sa, sa di dover far percepire il suo affetto per l'eroe, se vuole che il lettore lo condivida. Ed è proprio quel che fa, addentrandosi nelle sue principali debolezze.
In più, c'è il confronto con i suoi comprimari più classici e con un Universo DC alternativo e Landisiano, in cui incontriamo un Dick Grayson meraviglioso, un Bruce Wayne spaventoso e forse spaventato, un Oliver Queen in crescita, in due momenti diversi della sua vita, e Lex Luthor. E poi c'è uno czarniano senza scrupoli impegnato nel suo lavoro. Tutti sono diversi da quelli che conosciamo, eppure rimangono proprio loro, perfettamente riconoscibili, colti nella loro essenza. Landis, mostrandoci il suo Superman, riesce a darci anche un assaggio di come sarebbe il suo Universo DC. Si tratta di una sbirciatina che ci incuriosisce moltissimo e che fa intuire grande equilibrio e notevole profondità. Sarebbe molto interessante mettere alla prova questa visione con una storia di più ampio respiro, scoprire se rimarrebbe gustosa e interessante anche una volta diluita nella serialità, in un impegno narrativo di lungo termine.
Ma, forse, si tratta di una domanda che non ha senso farsi. Landis, con Alieno Ameriano, aveva un compito molto preciso: regalarci un ritratto di Superman e di Clark Kent che ci intrattenesse, che ci mostrasse le ragioni per cui è diventato Superman e interpretare il significato del suo personaggio. Ci ha regalato un romanzo di formazione in quattro parti. Complimenti, Max. Missione compiuta.