Superior Spider-Man 1, la recensione

La recensione del debutto di Otto Octavius come nuovo Spider-Man

Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.


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Un Dottor Octopus ormai malato terminale, poco prima di morire, scambia la sua coscienza con quella dell’Uomo Ragno appropriandosi di fatto della sua vita, dai lanciaragnetele alla dolce compagnia di Mary Jane Watson, e lasciando che a trapassare sia il povero Peter Parker. Nasce così Superior Spider-Man, un Arrampicamuri che promette di essere diverso, migliore, superiore al precedente. Con queste premesse ci si potrebbe aspettare un seguito imperniato sulle storie più ambigue e violente mai lette su un fumetto di Spider-Man: grandi poteri e nessuna responsabilità (parafrasando lo strillo in copertina della fiacca comprimaria Scarlet Spider), nemici liquidati senza pietà e un Parker infine galletto tra le bellezze di cui solitamente si circonda. Cosa trova il lettore in questo primo numero italico di Superior Spider-Man? Un Dottor Octopus (rabbonito dai ricordi ereditati da Spidey) che fa suo il motto di zio Ben, mentre Peter Parker, in versione fantasma, si dibatte nell’ingrato ruolo di inascoltato grillo parlante. Tirando le somme, un Tessiragnatele “cattivo” non così inquietante.

La “questione Mary Jane”, per certi versi la più spinosa in un fumetto supereroistico caratterizzato sin dagli esordi da venature soap, viene archiviata in fretta quando avrebbe potuto rappresentare uno degli aspetti più angoscianti di questa nuova fase ambigua del personaggio. La vita civile dell’antipatico Superior Peter Parker diviene presto materia per facili parodie: alla Horizon Labs, dove lavora, si abbiglia come un classico scienziato pazzo mentre i colleghi alzano il sopracciglio non curandosi più di tanto del suo nuovo atteggiamento snob. Il già citato ectoplasma di Peter viene introdotto forse troppo presto (alla fine del primo episodio): sì, il corpo senza vita di Otto Octavius è ancora caldo quando lo spirito del nipote di zia May entra a far parte del cast della serie, ritagliandosi una parte a tratti tragicomica nel suo essere petulante. A conti fatti il punto debole della serie pare proprio essere l’aspetto emotivo, centrale in qualunque storia basata sullo scambio di identità, gestito con troppa leggerezza. L’unico spunto davvero interessante prende corpo solo verso la fine dell’albo, quando Carlie Cooper, ex fiamma di Peter, comincia a capire che qualcosa non quadra.

La catena di eventi ideata da Dan Slott che ha portato a tutto ciò ha avuto origine nel 2008 sulla settimanale Amazing Spider-Man, all’indomani di One More Day (Soltanto un altro giorno), uno degli eventi più controversi della vita editoriale del Ragno. Slott, inizialmente aiutato dal famigerato team di aracno-esperti (che comprendeva pezzi da novanta come Mark Waid, Joe Kelly e Zeb Wells), si è in seguito accollato la totale gestione della testata, divenuta così quindicinale, e ha cominciato ad imbastire la sua epopea, il cui filone principale è rappresentato da una serie di battaglie, apparentemente slegate l’una dall’altra, tra Spider-Man e un Dottor Octopus sempre più malconcio. La progettazione di questa lunga sequenza di storie, scandita da molteplici cambi di costume, è tutto sommato lodevole; Slott è uno scrittore appassionato, scrupoloso (spesso gli viene affibbiato l’appellativo di “fanboy”) e chi ha seguito con attenzione il suo lavoro sa che il tutto è stato pianificato con cura. Il problema purtroppo sta nell’appassionarsi quanto basta per considerare queste finezze come un valore aggiunto alla lettura. Le sceneggiature dello scrittore di Berkeley infatti non mantengono quasi mai ciò che i soggetti promettono. È il caso di diversi punti cardine del suo lavoro su Amazing: l’interminabile Spider-Island e la soporifera Ends of the Earth (Fino alla fine del mondo) sono solo due delle tante storie che avrebbero potuto regalare picchi di pathos e momenti da ricordare ma hanno per lo più annoiato o irritato gran parte dei lettori.

Proprio in virtù di questo, con la sterzata narrativa rappresentata dalla dipartita di Peter Parker (in Italia su Amazing Spider-Man 600, contenente l’originale ASM #700), in molti si auguravano un cambio di marcia, ma leggendo le tre storie di questo Superior Spider Man 1 edito da Panini Comics, si fatica a credere che di vero rilancio si tratti. Tutti i difetti che mettevano Amazing tra le serie più bisognose di una ventata di Marvel NOW! sono ancora riscontrabili in Superior. Anche prendendo in considerazione l’aspetto grafico la valutazione non migliora: il talentuoso Ryan Stegman, che fece faville su Fantastic Four e Scarlet Spider, qui appare decisamente meno in palla. Le sue tavole sono al solito dinamiche, improntate sull’azione ma anche parecchio tirate vie e presentano diversi personaggi abbozzati. Resta da vedere come se la caveranno Humberto Ramos e il nostro Giuseppe Camuncoli nei prossimi episodi. Piaccia o non piaccia, Superior Spider-Man è comunque un grande successo commerciale e negli States è tutt’ora la serie Marvel più venduta. Non c’è dubbio che ci siano ancora tutte le potenzialità affinché le storie diventino più curate e appassionanti. Basta dare una letta alle ospitate di questo rinnovato Uomo Ragno sulle altre testate Marvel, The Avengers e Daredevil tra le altre, per rendersi conto che ci sarebbe molto da dire. Peccato che i Waid e gli Hickman non crescano sugli alberi.

Superior Spider-Man variant cover

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