Supergirl 3x17, "Trinity": la recensione

La nostra recensione del diciassettesimo episodio della terza stagione di Supergirl, intitolato "Trinity"

Condividi
Supergirl e i suoi alleati del D.E.O. hanno scoperto che Sam è l'alter ego umano di Reign, e che Lena l'ha tenuta segregata in un laboratorio segreto per settimane, alla ricerca di una cura.

Ora però la Worldkiller è fuggita assieme a Purity e Pestilence, e si prepara a scatenare il caso sulla Terra, cercando addirittura di "cancellare" il sole con un'innaturale eclisse.

Kara deve trovare il modo di fermare la furia delle tre potentissime avversarie, magari provando a salvare la loro parte umana dallo strano limbo dove è confinata.

Nel frattempo, a James viene chiesto un favore che potrebbe mettere a repentaglio la sua relazione sentimentale con Lena.

In Trinity, diciassettesimo episodio della terza stagione di Supergirl, va in scena un'epica battaglia tra il Team Supergirl e le tre Worldkiller, per la prima volta unite. Detta in questo modo, sarebbe stato lecito aspettarsi un capitolo della saga molto avvincente e sostanzialmente positivo. Ma così non è stato, purtroppo.

Nonostante uno scontro che coinvolge almeno quattro esseri potentissimi, senza contare tutti gli altri, sia qualcosa che in Supergirl probabilmente non abbiamo mai visto, la narrazione di Trinity è paragonabile metaforicamente a un coito interrotto. La storia, infatti, si perde attorno a filoni narrativi secondari e impalpabili, arrivando persino a dipendere da questi e, conseguentemente, a non raggiungere mai un vero climax narrativo, sebbene la conclusione dell'episodio vada poi a cambiare lo status quo di Reign, rendendo la villain ancora più potente con i poteri combinati delle tre Worldkiller.

La storyline "secondaria" ambientata nel misterioso e sostanzialmente inspiegabile e "inspiegato" limbo in cui sono intrappolati gli avatar umani dei Wordkiller è fiacca e scadente, sia in funzione della scrittura, sia sotto l'aspetto più tecnico e scenografico - ma davvero nel 2018 ci dobbiamo ancora sorbire "set di cartapesta" che richiamano scenari horror con tanto di "vapore" che fa atmosfera? - con il momento di isteria di Sam e dell'altra malcapitata che piuttosto che creare un senso drammatico, fa oggettivamente ridere, oltre a creare un potenziale imbarazzo.

E non si salva nemmeno la trama che vede James indagare sui segreti di Lena, con la collaborazione di Winn. La scelta che fa il giornalista/vigilante è infatti ampiamente preannunciata e telefonata, e inoltre, chi se lo sarebbe mai aspettato che Lena, che di cognome fa "Luthor", nascondesse davvero qualcosa per la ventesima volta o giù di lì dall'inizio dello show?

Insomma, nonostante qualche flebile speranza sorta sporadicamente, la terza stagione di Supergirl proprio non ne vuole sapere, di ingranare davvero. Adesso, con il finale sempre più vicino, la soluzione degli autori è stata quella di rendere l'avversario dei protagonisti più grande, potente e cattivo, con soluzioni narrative banali e discutibili.

Per quanto manchino precisi ed espliciti riferimenti ai fumetti DC Comics, anche nell'Universo DC l'unico modo per sconfiggere un Worldkiller era quello di utilizzare il potere di un altro.

Continua a leggere su BadTaste