Supergirl 3x14, "Schott Through The Heart": la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della terza stagione di Supergirl, intitolato "Schott Through The Heart"

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Nonostante la minaccia dei Worldkiller aleggi ancora su Central City, è un momento di relativa pace e serenità per Kara e i suoi amici. La quiete, però, viene funestata dalla morte del criminale noto come il Giocattolaio, nonché padre di Winn.

Durante il funerale dell'uomo, improvvisamente appare anche la madre di Winn, di fatto un'estranea per il giovane, nonché un misterioso emulatore dello stesso Giocattolaio, che il Team Supergirl deve riuscire a fermare prima che compia la sua oscura missione.

Nel frattempo, Alex scopre un drammatico segreto sul padre di J'onn.

Dopo più di due mesi, la terza stagione di Supergirl ritorna con un episodio deludente. I fan dello show hanno quindi aspettato ben nove settimane per assistere a uno dei capitoli francamente più inutili dello stesso, uno scialbo fill-in pretestuoso e insensato, nel quale è difficile trovare qualcosa che si salvi.

Procedendo in senso cronologico per cercare di orientarsi in un oceano di nulla, ci siamo accorti che le cose non avrebbero girato al meglio già dalla sequenza di apertura dell'episodio, nella quale va in scena una gara di karaoke simpatica ma caratterizzata da un'eccessiva lungaggine e da un'atmosfera un po' troppo spensierata per un mondo ancora minacciato da una minaccia cosmica di portata apocalittica.

La morte del Giocattolaio - che ci viene raccontata da un servizio giornalistico - innesca da un lato la comparsa della mamma di Winn, dall'altro l'apparizione dell'emulatore. Nel primo caso abbiamo a che fare con una soluzione molto deus ex machina, con un catalizzatore volto ad amplificare la reazione emotiva del giovane: il personaggio ha comunque delle potenzialità, al netto del suo essere pretestuoso, ma dobbiamo sottolineare come fin dalla prima stagione dello show la comparsa di genitori misteriosi (su tutti, la madre di Lena, il padre di Alex e Kara, il padre e la madre di Mon-El, il padre di J'onn) è utilizzata come twist narrativo. Sarebbe anche ora di dire basta.

Il copycat del Giocattolaio è invece uno dei villain più inutili e piatti della storia dei villain: non solo è una copia-carbone (sbiadita) del suo predecessore, ma anche mera carne da cannone destinata a essere "macellata" nel giro di una manciata di minuti. Anche gli effetti speciali utilizzati per "dar vita" ai giocattoli mortali del criminale sono posticci e qualitativamente ben al di sotto di quanto avevamo visto, per esempio, nel crossover Crisis on Earth-X.

Il filone narrativo secondario legato al progressivo decadimento del padre di J'onn è invece la parte più apprezzabile di Schott Through The Heart: al netto della stucchevole parentesi pseudo-anti-razzista (i dialoghi che affrontano certe tematiche sono di per sé importanti, e non possono essere trattati con tali superficialità e leggerezza), la sofferenza di un anziano che sta affrontando la fase della sua progressiva demenza senile è rappresentata con la giusta sensibilità.

Potenzialmente interessante, infine, il cliffhanger finale, che mostra un ritorno in scena piuttosto dirompente per Lena Luthor.

Il titolo dell'episodio fa evidentemente riferimento alla canzone Shot Through The Heart (1986) dei Bon Jovi, con il cognome di Winn (e del Giocattolaio) che sostituisce la prima parola. I brani cantati nel corso delle sessioni di karaoke sono rispettivamente: Intergalactic Planetary (Beastie Boys), Tears Away (singolo di debutto dello stesso attore che interpreta Jimmy, Mehcad Brooks), I Drove All Night (Celine Dion), So Emotional (Whitney Houston), Suspicion Minds (Elvis Presley) e Carry On My Wayward Son (Kansas).

Nel corso dell'episodio, vi sono inoltre tanti piccoli easter egg alla mitologia della DC Comics, che vi elenchiamo di seguito: Mon-El conferma che i poteri della versione televisiva di Saturn Girl sono telecinetici non telepatici come quelli della sua controparte a fumetti (potrebbe essere una "pezza a colori" volta a giustificare un errore degli autori in fase di scrittura del personaggio); viene menzionata la città fittizia Ivy Town, nota per la sua università e principale sede operativa di Ray Palmer alias Atom; lo scontro finale si svolge in una fabbrica abbandonata denominata Willard Walter Wiggins Game Company, impresa per la quale nei fumetti lavorava George "Digger" Harkness, destinato poi a divenire il villain Boomerang; la seconda versione al femminile del Giocattolaio è accreditata come Jacqueline Nimbal, iterazione televisiva e al femminile del secondo Giocattolaio dei fumetti DC, noto come Jack Nimball; infine, è menzionato un nuovo pianeta dell'Universo DC: si tratta di Rambor, un mondo selvaggio e senza legge, dove crimine e corruzione sono lo status quo.

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