Supergirl 3x05, "Damage": la recensione
La nostra recensione del quinto episodio della terza stagione di Supergirl, intitolato "Damage"
Decise a provare l'innocenza della loro amica, Kara e Samantha indagano a fondo sulla vicenda, scoprendo inattese verità.
Kevin Smith ritorna alla regia di un episodio di Supergirl e, come già in precedenza, lo fa bene, confezionando un capitolo della storia con un contenuto interessante e una rappresentazione scenica sempre virtuosa e a tratti persino spettacolare. In Damage, così come nell'episodio precedente intitolato The Faithful, la protagonista non ha di fronte un mostro gigante e alieno da poter prendere a pugni e calci, o disintegrare con la vista calorifica: la sfida che Kara deve affrontare, infatti, è sostanzialmente politica, e quindi più insidiosa.
Il recentissimo trend della terza stagione di Supergirl, dunque, sembra attestare una scelta precisa da parte degli autori: in un momento in cui la protagonista ha scelto coscientemente di prendere le distanze dall'umanità, abbracciando la sua natura aliena, eccola costretta a confrontarsi con problemi che hanno le loro radici nelle pieghe più oscure dell'animo umano. A conti fatti, tutto ciò funziona davvero.
Sebbene in Damage manchino riferimenti espliciti ai fumetti della DC Comics, vi sono delle citazioni estrapolate direttamente dalla cronaca del mondo reale, a partire dalla Crisi dell'acqua di Flint - disastro ambientale dovuto alla contaminazione da piombo delle acque del fiume Flint che ha avuto inizio nell'aprile 2014 - fino allo slogan recitato da un gruppo di manifestanti, intenti a ripetere la frase "Lock her up", la stessa proclamata da Donald Trump contro la sua rivale Hillary Clinton durante la campagna presidenziale dello scorso anno.