Supergirl 3x01, "Girl of Steel" [season première]: la recensione

La nostra recensione del primo episodio della terza stagione di Supergirl, intitolato "Girl of Steel"

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Supergirl ha salvato National City e il mondo intero dalla minaccia daxamita, pagando però un caro prezzo: la perdita del suo amore, Mon-El. Sono passati alcuni mesi da allora, e ritroviamo la protagonista in uno stato di elaborazione tutto fuorché ottimale: la supereroina sta infatti progressivamente abbandonando la sua umanità, soffocando così tutto il suo dolore.

Kara Danvers no more, dunque: ora c'é solo Supergirl, una straniera in terra straniera, un'aliena con poteri quasi divini che si erge sui comuni mortali, aiutandoli sì, ma allo stesso tempo recidendo qualsiasi legame emotivo con loro. Se in termini pratici questo può portare a una maggiore efficacia nel suo ruolo di difensore dell'umanità, allo stesso tempo la protagonista sta perdendo la sua parte umana.

Immancabilmente, l'apparizione dello spietato uomo d'affari Morgan Edge scatena una nuova minaccia a National City, che la protagonista deve essere in grado di affrontare. Tale battaglia potrebbe conseguentemente portala a riflettere sul suo attuale status, e darle una decisiva spinta per andare davvero avanti.

Nel frattempo, una misteriosa nuova presenza si manifesta inaspettatamente: si tratta presumibilmente della misteriosa aliena vista partire verso la Terra alla fine della scorsa stagione, sulla quale torneremo di sicuro nelle prossime recensioni.

Al netto di un'orribile sequenza onirica d'apertura (e di una meno terribile, ma pur sempre poco valida, di chiusura), la première della terza stagione di Supergirl è convincente. Non possiamo esimerci dal sottolineare, combattendo una battaglia donchisciottesca, quanto l'apparentemente irrinunciabile elemento teen drama "made in The CW" sia molto spesso una nota stonata negli show dell'Arrowverse, ma subito dopo la patetica sequenza - nella quale ci viene presentata per la prima volta Erica Durance nei panni di Alura Zor-El, la madre biologica della protagonista - l'episodio ingrana immediatamente, catapultandoci in un bel momento di sospensione, in cui Supergirl fluttua in cielo in attesa di sferrare il suo attacco contro un convoglio armato.

La narrazione poi procede in maniera abbastanza fluida fino alla fine, alternando sequenze di fisiologico rallentamento a fasi ben più movimentate e appaganti, anche grazie a una dinamicissima e consapevole regia (una rarità in questi show). È inoltre apprezzabile la scelta di infondere tematiche di natura maggiormente politica e sociale nella storyline della terza stagione.

Certo, a minacciare l'incolumità degli abitanti di National City c'é sempre una reiterata minaccia missilistico-nucleare, come in diversi episodi delle precedenti stagioni, ma sceglieremo di non demolire esageratamente la trama considerando tale soluzione narrativa come un necessario espediente sia per far comprendere la spietatezza di Morgan Edge, che per introdurre sibillinamente il main villain di questa stagione.

Sostanzialmente, si tratta di un buon inizio per la terza stagione di Supergirl, e ci sono aspetti che rendono lecito attendersi un'ulteriore crescita in termini di bontà qualitativa.

Come già detto, Erica Durance - la Lois Lane di Smallville - sostituisce Laura Benanti nei panni della madre di Supergirl, ma non è questa l'unica new entry dell'episodio. Adrian Pasdar (Heroes, Agents of S.H.I.E.L.D.) presta il suo volto a Morgan Edge, e si tratta di un personaggio importante nella continuity a fumetti della DC Comics: creato da Jack Kirby sulle pagine di Superman's Pal, Jimmy Olsen #133 (1970), lo spietato magnate ha spesso giocato un ruolo chiave nelle storie dell'Uomo d'Acciaio come villain subdolo e machiavellico. Dato che difficilmente vedremo mai Lex Luthor in Supergirl, possiamo considerare Edge un valido sostituto, in grado dimostrare la pericolosità dei colletti bianchi.

Anche il braccio destro armato di Edge, il soldato noto come Bloodsport, ha dei trascorsi nei fumetti DC (sebbene come personaggio minore), a partire dalla sua creazione avvenuta sulle pagine di Superman #4 (1997), a opera di John Byrne e Karl Kessel.

Infine, una curiosità: è piacevolissimo il nuovo utilizzo del personaggio di Cat Grant come portavoce del Presidente degli Stati Uniti, così come sottile è il riferimento alle cimici che, stando a quanto dichiarato dal team di Donald Trump prima della sua elezione, erano state fatte nascondere dei suoi uffici dall'allora Presidente Barack Obama.

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