Supergirl 2x21, "Resist": la recensione

La nostra recensione del ventunesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "Resist"

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Spoiler Alert
Nel ventunesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato Resist e diretto da Millicent Shelton, prende il via la sconvolgente invasione daxamita di National City: la Regina Rhea ha infatti costruito un portale in grado di teletrasportare ogni navicella del suo popolo oramai nomade sulla Terra, oltre ad aver sequestrato Lena Luthor perché convoli a nozze con suo figlio Mon-El, così da dar vita a un potenziale nuovo retaggio. A seguito dell'attacco alieno, il Presidente Olivia Marsdin - in realtà anche lei un'aliena - ordina al D.E.O. di abbattere la nave madre dei Daxamiti così da scoraggiare il nemico.

Kara è dunque costretta a stringere un'alleanza con Lilian Luthor e il Cadmus al fine di salvare due delle persone più importanti della sua vita da una tragica morte che appare inevitabile, e Cat Grant fa il suo roboante ritorno in scena, fornendo un valido aiuto ai suoi amici.

Il penultimo atto della seconda stagione di Supergirl si dimostra essere un buon episodio, grazie a un buon ritmo, alcune trovate narrative divertenti e il prezioso contributo di un nutrito cast al femminile con grande personalità, nonostante ci troviamo di fronte a una trama molto più che telefonata, che sfocia più volte nella banalità, rasentando talvolta anche il ridicolo. Se già di per sé l'idea di un'invasione aliena come minaccia finale da sventare in questa annata dello show non è particolarmente originale, il modo in cui i protagonisti scelgono di risolvere la situazione - con il Proiettore della Zona Fantasma - è una lampante copia carbone di quanto avviene non solo nel lungometraggio L'Uomo d'Acciaio (2013) di Zack Snyder, ma anche di diverse saghe a fumetti con protagonista Superman e la sua "famiglia". Fuori contesto e non salvabile in nessun modo è inoltre la sottotrama che vede la regina daxamita quasi ossessionata dal far sposare suo figlio con Lena, ancor prima di aver consolidato il suo dominio sulla Terra, ma già desiderosa di un erede, che peraltro nascerebbe con un'avveniristica tecnica di fecondazione in vitro: onestamente, che senso ha?

Di contro, l'avere in uno stesso episodio lo spettacolare trittico composto da Teri Hatcher (Rhea), Calista Flockhart (Cat Grant) e Lynda Carter (Presidente Olivia Marsdin), attrici che tra la fine degli anni Settanta sino ai tempi recenti hanno fatto la storia del piccolo schermo - in serie TV come Wonder Woman, Ally McBeal e Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane, solo per citarne alcune - è qualcosa di abbastanza memorabile e gradevole, anche perché le tre sono protagoniste di un curioso siparietto che rappresenta il clou di questo atto della storia. Su tutte, svetta la Flockhart, grazie a un eccellente lavoro di caratterizzazione e scrittura dei dialoghi del personaggio da lei interpretato con grande estro. Resist è un episodio fortemente "girl power" che rende questo show sempre più orientato a cercare di carpire l'interesse di un'audience femminile, ma che sostanzialmente non dispiace a nessuno, dato che gli showrunner sono bravi a non far sfociare la storia in una sorta di retorica femminista.

Se al confronto con blockbuster cinematografici come The Avengers o proprio L'Uomo d'Acciaio l'invasione aliena che va in scena nelle battute iniziali appare sconfitta senza pietà, va però sottolineato come, tenendo presente il budget risicato di queste produzioni, le sequenze che vedono i Daxamiti invadere National City siano comunque dignitose e ben confezionate, specie sotto il profilo registico, in particolare la scena che vede Supergirl salvare "al volo" sua sorella Alex.

Resist è un episodio pieno zeppo di easter eggs e riferimenti ai fumetti DC e non solo, che cerchiamo di riassumervi tutti: il Presidente, che sapevamo essere di origine aliena, rivela di provenire dal pianeta Durla, terra natia della razza dei Durlaniani, che hanno poteri mutaforma. Questi esistono da tempo anche nei comics, e sono stati rappresentati talvolta come villain e talvolta come personaggi positivi, come nel caso del combattente della Legione dei Super-Eroi noto come Chameleon Boy.

Ancora, la tecnologia riproduttiva durlaniana appare simile alla matrice di riproduzione kryptoniana, menzionata in diversi fumetti di Superman e presentata anche nel suddetto L'Uomo d'Acciaio, così come il Proiettore della Zona Fantasma è un elemento abbastanza iconico e inflazionato della mitologia legata a questo personaggio. In Resist è ulteriormente esplicitato come la debolezza principale dei Daxamiti sia il piombo, allo stesso modo della kryptonite per i Kryptoniani.

Con i classici motti "Faster than a speeding bullet" e "Up, up and away" - recitati nell'episodio - si va ancora a omaggiare la serie TV degli anni Cinquanta Adventures of Superman, così come i fumetti della Golden Age del personaggio.

Come riferimenti extra-DC Comics segnaliamo come Winn faccia menzione al film Independence Day (1996) di Roland Emmerich, Supergirl paragoni il Superman Cyborg al droide astromeccanico R2-D2 di Star Wars nel momento in cui esclama "Do your thing, R2", e Cat ironizzi sull'infinita querelle tra i due cantanti Kanye West e Taylor Swift.

Infine, segnaliamo come nel discorso della Grant volto a far insorgere la popolazione di National City contro l'invasore alieno, nel momento in cui la reporter mette in guardia i suoi ascoltatori contro falsi profeti, venga parafrasato il motto della campagna per l'elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America di Donald Trump - Make America Great Again - con la frase "Make the world great again".

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