Supergirl 2x20, "City of Lost Children": la recensione

La nostra recensione del ventesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "City of Lost Children"

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Spoiler Alert
Nel ventesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato City of Lost Children e diretto da Ben Bray, National City subisce l'ennesimo attacco alieno, questa volta però da parte di una razza aliena con poteri telecinetici solitamente pacifica, cosa che lascia assai perplessi sia Kara che i suoi amici del D.E.O. Subito dopo ha inizio una serrata caccia ai sospetti terroristi, che porta a rivelazioni sconvolgenti.

Nel frattempo, Lena Luthor inizia a lavorare a un misterioso progetto scientifico assieme a Rhea, la regina daxamita madre di Mon-El, e Jimmy riflette su ciò che il suo ruolo di Guardian ispira negli innocenti che vuole proteggere.

Per quanto gli eventi narrati in City of Lost Children hanno e avranno un'importanza capillare nel finale della seconda stagione di Supergirl, quello preso in esame è un episodio sostanzialmente insufficiente sotto ogni aspetto, nonostante l'entusiasmante cliffhanger finale. Questo capitolo dello show, infatti, propone una storia molto raffazzonata e prevedibile, con soluzioni narrative piuttosto scialbe, ma soprattutto pretestuose e gratuite: creare dei dubbi in Jimmy riguardo la missione come Guardian che ha attentamente soppesato e fortemente voluto proprio ora, per il semplice fatto di umanizzare il personaggio, rendendolo sufficientemente comunicativo da divenire il centro gravitazionale della narrazione, non convince, così come è poco credibile il modo con il quale Rhea riesce a ingannare Lena.

Anche i dialoghi tra i personaggi non funzionano, specie nei momenti chiave: basti riguardare il momento in cui J'onn è intento a motivare Jimmy parlando di sua figlia, o il confronto finale tra Mon-El e sua madre per capire quanto questo episodio sia sostanzialmente un fill-in, un riempitivo funzionale solo a gettare le basi per quello che sarà il finale di stagione, le cui premesse, va detto, appaiono però esaltanti. Sostanzialmente, si ha la sensazione che, nel momento i cui la luce dei riflettori si sposta dalla protagonista al resto del cast, il peso specifico di questo show cali vertiginosamente: se da un lato questo va a consolidare la posizione della Supergirl di Melissa Benoist, di contro, dobbiamo sottolineare come il cast di supporto non abbia gli stessi carisma e spessore di quelli delle altre serie TV dell'Arrowverse, e questo è un "tallone d'Achille" di non poco conto, specie se si guarda alla main villain interpretata dalla pur brava ed esperta Teri Hatcher.

La stessa regia di Bray appare stanca e sconclusionata, con evidenti momenti di stanca in cui la camera gira a vuoto, quasi come se non avesse una direzione narrativa da seguire. City of Lost Children è dunque un episodio che nessuno farà grande fatica a dimenticare, nella speranza che almeno i due capitoli della storia restanti ci offrano tutt'altro spettacolo.

Nonostante un contenuto non sufficiente in termini di storia e messa in atto della stessa, City of Lost Children ha il grande merito di contenere diversi riferimenti ed easter eggs ai personaggi e alle storie dei fumetti DC Comics, a partire dalla trama, liberamente ispirata al crossover del 2008-09 di Superman intitolato New Krypton. Grazie alle parole di Lena, scopriamo che suo fratello, Lex Luthor, la nemesi dell'Uomo d'Acciaio, è incarcerato presso Riker's Island, una delle prigioni di massima sicurezza più note dell'Universo DC.

Jimmy fa invece riferimento a un amico di Superman, un personaggio che usa la paura come arma: facile capire che sta parlando proprio di Batman, che dunque esiste effettivamente nella realtà di Supergirl. Realtà in cui ci sono anche altri personaggi ben più reali come Justin Timberlake, Britney Spears e gli NSYNC, i quali sono citati nelle battute iniziali dell'episodio, oltre al fotografo James "Spider" Martin, celebre per aver immortalato nei suoi scatti alcuni momenti chiave della lotta del movimento per i diritti civili, come la famigerata Bloody Sunday.

I Phorian, gli alieni che attaccano National City sono invece, almeno apparentemente, una creazione originale dello show, anche se va detto che nei nei fumetti della DC esiste una razza di nome Euphorian, sempre con poteri telecinetici e telepatici, con i quali il personaggio di Lanterna Verde ha avuto a che fare più di una volta.

Il titolo City of Lost Children è inoltre un omaggio al film omonimo, conosciuto in Italia come La città perduta, diretto da Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet, con protagonista Ron Perlman.

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