Supergirl 2x15, "Exodus": la recensione

La nostra recensione del quindicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "Exodus"

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Spoiler Alert
Nel quindicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato Exodus e diretto da Michael A. Allowitz, Kara indaga - sia come supereroina che come reporter - su una serie di misteriosi rapimenti di alieni rifugiatisi sulla Terra messa in atto da Lillian Luthor e dal Cadmus, mentre Alex si mette sulle tracce di suo padre Jeremiah convinta che ci sia ancora del buono in lui, nonostante si sia apparentemente alleato con i nemici del D.E.O.: in questo capitolo, le due sorelle Danvers sono più protagoniste che mai, costrette a fare scelte ardue e sacrifici in difesa di ciò che ritengono essere giusto.

Come abbiamo visto nelle battute finali dello scorso episodio, il padre biologico di Alex e adottivo di Kara si è rivelato essere un traditore, rubando il registro digitale contenente i nomi di tutti gli esuli provenienti da altri mondi e consegnandolo nelle mani del Cadmus. Conseguentemente, l'agenzia criminale guidata dalla madre di Lex e Lena Luthor mette in atto il suo piano definitivo: rapire tutti i rifugiati per poi rispedirli nello spazio profondo a bordo di una gigantesca arca interstellare.

La reazione delle sorelle Danvers a questa spinosa situazione è differente nel modus operandi, ma speculare per scopo: mentre Kara cerca di far pubblicare un articolo che smascheri le azioni del Cadmus agli occhi dell'opinione pubblica, Alex volta le spalle al D.E.O., decidendo di agire per conto proprio per dimostrare a tutti quanto suo padre sia ancora un uomo buono e meritevole quindi di essere salvato. Tali scelte portano le protagoniste su sentieri impervi, e le loro azioni potrebbero avere gravi conseguenze.

Exodus può essere facilmente classificato come uno dei migliori episodi della seconda stagione di Supergirl, grazie a una storia compatta e coerente, scritta con il piglio giusto e densa di pathos, capace persino di farci rivalutare in positivo il capitolo precedente, che avevamo giudicato come vagamente scialbo e ripetitivo: in sostanza, le ultime due puntate della serie TV compongono un unico racconto in due parti, con la prima volta alla premessa della vicenda narrata, e la seconda capace di essere risolutiva in modo appagante.

La regia di Exodus si dimostra abbastanza accademica, ma non per questo immeritevole di lode: con una semplicità quasi elementare, Allowitz confeziona un episodio dignitoso, che non perde mai ritmo, raggiungendo un notevole climax sul finale. Le scene di azione - in particolare quella del rapimento iniziale - sono girate con la giusta dovizia, con un'attenta scelta delle inquadrature e un preciso lavoro di montaggio. Davvero notevole, inoltre, la sequenza finale, nella quale Supergirl deve fermare un'astronave in partenza per lo spazio contando unicamente sulla sua forza fisica e mentale: questi momenti sono particolarmente intensi, e sì, forse perfino commoventi, anche per merito di una grande prova recitativa delle attrici Melissa Benoist e Chyler Leigh, sempre più a loro agio nei ruoli rispettivamente interpretati.

Exodus racconta una storia dal sapore molto familiare, incentrata sui personaggi e sulle loro relazioni e emozioni più intime, rappresentata degnamente. A rendere lo spettacolo ancora più piacevole ci pensano dei buoni effetti speciali: la ricostruzione - perlopiù in digitale - del salvataggio finale messo in atto dalla protagonista è davvero apprezzabile, specie per uno show di questo tipo. Meno buona, invece, la scenografia, con gli interni del vascello spaziale del Cadmus che sono praticamente identici a quelli delle carceri aliene in cui Supergirl e Mon-El si trovarono imprigionati nel nono episodio di questa stessa stagione, intitolato Supergirl Lives.

Diversi gli easter eggs e i riferimenti all'Universo DC a fumetti presenti in Exodus, a partire dalla menzione dei pianeti Takron-Galtos e Zakkaria, che hanno entrambi dei corrispettivi nei comics. Il primo è un mondo prigione utilizzato dalla Legione dei Super-Eroi nel XXI secolo, dove sono incarcerati i villain intergalattici più pericolosi, mentre il secondo è un pianeta del Settore 2814 dell'universo - lo stesso della Terra - luogo di nascita del criminale Izar The Zakkarian, a capo di una gang criminale spaziale altamente organizzata nota come Crimson Star Mob.

Il poliziotto corrotto al soldo del Cadmus è accreditato come Shuster, evidente riferimento all'autore Joe Shuster, co-creatore di Superman. Tale personaggio è inoltre impersonato da Dean Redman, noto per essere il doppiatore di Nick Fury nelle pellicole d'animazione Marvel.

Altrettanto lampante è il tributo con il quale gli showrunner hanno voluto omaggiare l'attore Dean Cain, famoso per aver interpretato Clark Kent/Superman nella serie TV degli anni Novanta Lois & Clark: Le nuove avventure di Superman: Lilian Luthor infatti a un certo punto esclama, rivolgendosi a Jeremiah, "This time you are the only Superman we need", traducibile come "Questa volta sei l'unico Superman di cui abbiamo bisogno". In tale sequenza viene anche citata l'opera di Friedrich Nietzsche intitolata Così parlò Zarathustra, in riferimento al concetto di super-uomo sviluppato dal filosofo tedesco nel XIX secolo.

Nell'epilogo dell'episodio, infine, fanno il loro esordio due misteriosi personaggi interpretati da Teri Hatcher e Kevin Sorbo, che rivedremo prossimamente: la prima fu protagonista, assieme a Cain, proprio di Lois & Clark: Le nuove avventure di Superman, serie TV in cui interpretava Lois Lane, mentre il secondo è ricordato soprattutto per le sue "fatiche" in un altro show degli anni Novanta: Hercules.

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