Supergirl 2x14, "Homecoming": la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "Homecoming"

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Spoiler Alert
Nel quattordicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato Homecoming e diretto da Larry Teng, Kara e J'onn J'onzz intercettano un convoglio dell'organizzazione criminale nota come Cadmus all'interno del quale trovano, prigioniero, Jeremiah Danvers, padre biologico di Alex e adottivo della stessa protagonista. Il ritorno a casa del prode agente e scienziato è però foriero di inattese sorprese.

Nel momento idilliaco in cui Kara e Mon-El hanno finalmente trovato il modo di iniziare una relazione sentimentale che tanto avevano atteso, giunge inaspettatamente quella che sembra essere un'altra lieta novità: il padre delle due sorelle Danvers, infatti, viene salvato e riportato a National City, dopo aver trascorso molti anni come prigioniero di un gruppo di spie e terroristi intenzionati a estirpare ogni forma di vita aliena dalla Terra capeggiato dalla malefica Lillian Luthor, che è recentemente evasa, dandosi poi alla macchia.

In quello che potrebbe essere un giorno perfetto si viene però a sapere che il Cadmus ha costruito un apocalittico ordigno nucleare, il cui scopo è quello di radere al suolo la città di Supergirl, dove si trova anche il quartier generale del D.E.O. Questa contingenza insospettisce non poco Mon-El, il quale, con l'aiuto di Winn, inizia a indagare sulle reali intenzioni di Jeremiah, accusato dal daxamita di essere una spia al servizio del nemico - cosa che fa andare su tutte le furie Kara: chi è davvero il signor Danvers?

Per quanto Homecoming si dimostri essere un episodio sostanzialmente discreto, senza particolare infamia né lode, allo stesso tempo ci troviamo di fronte a una storia davvero poco originale, che va a (ri)proporre pattern narrativi abbastanza inflazionati e persino banali, oltre che presentare la stessa minaccia - una bomba potentissima in grado di distruggere National City - vista solo due settimane fa, nel bel capitolo di questa storia intitolato Luthors. Per quanto il cast si renda complessivamente protagonista di una buona prova corale, caratterizzata dal giusto livello di drama e pathos, la trama dell'episodio è a dir poco telefonata: sin dai primi minuti è molto facile, infatti, prevedere dove la storia andrà a parare sfruttando il noto tòpos narrativo del personaggio che, dopo aver passato anni "dietro le linee nemiche", potrebbe a sua volta aver cambiato fazione. Se questo twist a volte è in grado di funzionare molto bene, dando una svolta decisiva e positiva alla storia - si pensi alle prime stagioni della serie TV Homeland - nel caso preso in esame il risultato è piuttosto scialbo.

Per quanto, a conti fatti, gli eventi narrati in Homecoming siano abbastanza importanti nelle dinamiche presenti e future di Supergirl, non abbiamo di certo assistito a un capitolo della storia memorabile, ma che anzi presenta passaggi facilmente dimenticabili: si potrebbe tranquillamente saltare questo episodio senza grosse difficoltà, appuntandosi semplicemente i tre passaggi chiave dello stesso, quello sulla reale natura di Jeremiah Danvers, quello su i dati di cui il Cadmus entra in possesso, e infine l'accenno agli scheletri nell'armadio di Mon-El.

In una storia che non brilla per scrittura - alcuni dialoghi sono a dir poco imbarazzanti - segnaliamo la buona regia di Teng, che dà il meglio di sé nelle due sequenze d'azione principali, abbastanza valide, in cui Supergirl dapprima è protagonista di un attacco aereo contro un convoglio di auto e poi impegnata a salvare un treno in piena corsa. Per una serie TV di questo tipo, è un risultato non di poco conto.

In Homecoming non v'é praticamente alcun easter eggs o riferimento all'Universo DC a fumetti, anche se il suddetto salvataggio del treno ci ha inevitabilmente ricordato una memorabile sequenza del film Superman (1978), diretto da Richard Donner. È altrettanto facile rilevare come la trama dell'episodio abbia diversi aspetti in comune con quella del lungometraggio Marvel Studios Captain America: The Winter Soldier (2014), diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo, a partire dal braccio bionico di uno dei personaggi tramutatosi in un villain dopo essere stato uno dei "buoni" - così come Bucky Barnes - sino all'arma di distruzione in possesso del Cadmus - che sembra essere un gigantesco elivelivolo.

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