Supergirl 2x14, "Homecoming": la recensione
La nostra recensione del quattordicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "Homecoming"
Nel momento idilliaco in cui Kara e Mon-El hanno finalmente trovato il modo di iniziare una relazione sentimentale che tanto avevano atteso, giunge inaspettatamente quella che sembra essere un'altra lieta novità: il padre delle due sorelle Danvers, infatti, viene salvato e riportato a National City, dopo aver trascorso molti anni come prigioniero di un gruppo di spie e terroristi intenzionati a estirpare ogni forma di vita aliena dalla Terra capeggiato dalla malefica Lillian Luthor, che è recentemente evasa, dandosi poi alla macchia.
Per quanto Homecoming si dimostri essere un episodio sostanzialmente discreto, senza particolare infamia né lode, allo stesso tempo ci troviamo di fronte a una storia davvero poco originale, che va a (ri)proporre pattern narrativi abbastanza inflazionati e persino banali, oltre che presentare la stessa minaccia - una bomba potentissima in grado di distruggere National City - vista solo due settimane fa, nel bel capitolo di questa storia intitolato Luthors. Per quanto il cast si renda complessivamente protagonista di una buona prova corale, caratterizzata dal giusto livello di drama e pathos, la trama dell'episodio è a dir poco telefonata: sin dai primi minuti è molto facile, infatti, prevedere dove la storia andrà a parare sfruttando il noto tòpos narrativo del personaggio che, dopo aver passato anni "dietro le linee nemiche", potrebbe a sua volta aver cambiato fazione. Se questo twist a volte è in grado di funzionare molto bene, dando una svolta decisiva e positiva alla storia - si pensi alle prime stagioni della serie TV Homeland - nel caso preso in esame il risultato è piuttosto scialbo.
In una storia che non brilla per scrittura - alcuni dialoghi sono a dir poco imbarazzanti - segnaliamo la buona regia di Teng, che dà il meglio di sé nelle due sequenze d'azione principali, abbastanza valide, in cui Supergirl dapprima è protagonista di un attacco aereo contro un convoglio di auto e poi impegnata a salvare un treno in piena corsa. Per una serie TV di questo tipo, è un risultato non di poco conto.
In Homecoming non v'é praticamente alcun easter eggs o riferimento all'Universo DC a fumetti, anche se il suddetto salvataggio del treno ci ha inevitabilmente ricordato una memorabile sequenza del film Superman (1978), diretto da Richard Donner. È altrettanto facile rilevare come la trama dell'episodio abbia diversi aspetti in comune con quella del lungometraggio Marvel Studios Captain America: The Winter Soldier (2014), diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo, a partire dal braccio bionico di uno dei personaggi tramutatosi in un villain dopo essere stato uno dei "buoni" - così come Bucky Barnes - sino all'arma di distruzione in possesso del Cadmus - che sembra essere un gigantesco elivelivolo.