Supergirl 2x12, "Luthors": la recensione

La nostra recensione del dodicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "Luthors"

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Spoiler Alert
Il dodicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato Luthors e diretto da Tawnia McKiernan, vede andare in scena il ritorno di Lena Luthor, coinvolta suo malgrado nell'ennesimo, torbido inganno di sua madre Lillian: solo Kara crederà nell'innocenza della sorella del perfido Lex, nemesi di Superman, e farà di tutto per aiutarla.

La storia si apre in flashback, mostrandoci una sequenza chiave del passato della famiglia Luthor: scopriamo subito, infatti, che Lena è stata adottata, e più avanti apprenderemo anche che la sua situazione è persino più complessa. Nel presente, durante il processo di Lillian, fautrice di gravi crimini quando era a capo dell'organizzazione segreta nota come Cadmus, la donna riesce a fuggire grazie al contributo di John Corben, meglio noto come il villain Metallo, al quale è stata fatta clandestinamente pervenire della kryptonite - sintetica - in grado di alimentare il suo corpo bionico.

Di tale gesto verrà subito sospettata proprio Lena, la quale è però stata incastrata: le prove schiaccianti a suo carico la faranno finire in cella, già condannata dall'opinione pubblica. Mentre tutti crederanno colpevole la giovane donna, solo la protagonista si adopererà per dimostrarne l'innocenza, finendo però abbandonata da tutti. Nonostante Kara proverà in tutti i modi a scagionare colei che nel tempo è - quasi - divenuta sua amica, Lena sarà rapita dalla sua madre adottiva, e coinvolta in un piano criminale che metterà a repentaglio la vita di Supergirl e di tantissimi altri innocenti, al quale, oltre a Metallo, collaborerà anche Superman Cyborg, anche lui di ritorno in questo episodio.

Nel frattempo, la complicata relazione che sta coinvolgendo sempre di più Kara e Mon-El giungerà a un cruciale punto di svolta.

Senza troppi giri di parole, Luthors è uno dei migliori episodi di sempre della serie TV Supergirl, grazie a una trama compatta e dinamica, contraddistinta da un ritmo crescente tipico di un buon thriller, infusa in maniera funzionale di tantissimi elementi della mitologia di Superman e Supergirl, una delle colonne portanti del grande Universo DC.

L'apprezzabile sceneggiatura di questo capitolo della saga costruisce la sua storia sulla caratterizzazione dei personaggi, mettendoli in contrasto tra loro: le verità nascoste della famiglia Luthor, finalmente svelate, danno un senso di maggiore coerenza ai personaggi di Lena e Lillian, e al loro difficile rapporto madre/figlia. Molto convincente è anche l'evoluzione della relazione tra Kara e Mon-El, e tale elemento romantico non interferisce in maniera negativa sul contenuto narrativo principale di questo capitolo, ma anzi, contribuisce a rendere il tutto più armonico e fluido. Avvincente, inoltre, il modo nel quale è strutturata la minaccia che i protagonisti devono affrontare: se vogliamo, questa è sì molto semplice e lineare, ma anche convincente e appassionante.

Attenta ed efficace è la regia di Luthors, accompagnata da un esemplare montaggio: la gestione della narrazione è sempre apprezzabile, non vi sono particolari momenti di stanca, così come a ogni personaggio viene concesso il giusto spazio - tanto che gli stessi attori protagonisti sembrano tutti recitare con una marcia in più. Se le sequenza d'azione sono tutte valide, segnaliamo un bellissimo passaggio che vede Supergirl salvare gli astanti dalla caduta di una gru da cantiere davvero di pregevole fattura, e in grado di richiamare facilmente alla mente alcuni dei momenti più iconici dei fumetti e della filmografia di Superman.

Come già accennato, questo episodio è davvero pieno di easter eggs e riferimenti ai fumetti - e non solo - DC Comics, che ci apprestiamo dunque ad analizzare. Nelle sequenze in flashback fa il suo esordio nella serie il personaggio di Lionel Luthor, padre di Lex - così come di Lena: questo character non apparve originariamente sulle pagine dei comics della DC, ma nella serie TV Smallville, venendo poi solo successivamente integrato nella continuity dell'Universo DC a fumetti; i genitori originali dei personaggi di Lex e Lena Luthor si chiamavano infatti Jules e Arlene.

Ritorna il personaggio di Metallo, che già aveva fatto la sua apparizione in Supergirl: al contrario della sua iterazione originale a fumetti, questa versione televisiva del villain non ha bisogno di kryptonite per le sue funzioni basali, ma tale elemento gli è necessario solo per scatenare i suoi poteri. La stessa kryptonite presente in questo episodio non è quella classica, ma una sua versione sintetica: tale materiale artificiale è presente anche nei comics, ed è quello utilizzato da Batman per fronteggiare Superman nella celeberrima miniserie Il ritorno del Cavaliere Oscuro, firmata da Frank Miller.

Nella base segreta di Lex Luthor, situata nelle prossimità di Mount Whitney - il punto più in altura dell'intera California - scopriamo diversi oggetti estremamente significativi nella mitologia di Superman, a partire dall'iconica armatura potenziata con esoscheletro viole e verde che Lex ha indossato molteplici volte per affrontare l'Uomo d'Acciaio. Notiamo anche come in questo covo segreto e hi-tech sia presente l'Ascia Atomica, arma classica del villain noto come il Persuasore, acerrimo nemico della Legione dei Super-Eroi, gruppo di paladini provenienti dal XXXI secolo - che sia un primo accenno al coinvolgimento futuro di questi personaggi? Ritorna in scena anche un esemplare di Black Mercy, pianta aliena in grado di intrappolare degli ignari malcapitati in un sogno allucinatorio dal quale è quasi impossibile uscire, già vista nel tredicesimo episodio della prima stagione della serie TV, intitolato For the Girl Who Has Everything.

Segnaliamo ancora come l'utilizzo di dispositivi ultrasonici per contrastare i kryptoniani sia un chiaro rimando alla pellicola Superman, diretta da Richard Donner e datata 1978 - un vero capolavoro - e come ci sia uno spassoso riferimento all'attore Macaulay Culkin, protagonista della saga di Mamma, ho perso l'aereo, e purtroppo recentemente noto più per i suoi eccessi privati che per il suo lavoro.

Infine, un paio di speculazioni, che vi invitiamo a prendere come di consueto cum grano salis: la scatola metallica che Lillian preleva dal rifugio di suo figlio Lex potrebbe essere una Scatola Madre, dispositivo alieno strettamente legato ai personaggi de Il Quarto Mondo di Jack Kirby, tra i quali figura anche il supervillain Darkseid; complice anche una sibillina sequenza mostrata in un recente episodio di The Flash, non è assurdo ipotizzare che il coinvolgimento dei Nuovi Dèi possa essere una delle soluzioni narrative future per l'Arrowverse: questi esseri potentissimi sono infatti pandimensionali, e in grado di spostarsi con facilità tra le varie Terre del Multiverso DC. Ancora, il riferimento allo "scacco matto", in inglese "checkmate", legato al personaggio di Lena - personaggio che nasconde sicuramente qualcosa - difficilmente può essere ritenuto casuale: Checkmate è infatti una sinistra organizzazione segreta dell'Universo DC a fumetti, che nel tempo ha creato non pochi grattacapi a vari supereroi.

Staremo a vedere!

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