Supergirl 2x11, "The Martian Chronicles": la recensione
La nostra recensione dell'undicesimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato "The Martian Chronicles"
Nelle battute finali dello scorso episodio dello show, Mon-El era finalmente riuscito a dichiararsi a Kara, la quale però si era trovata nella scomoda posizione di respingere le avances del daxamita, dichiarandosi non pronta ad avere una relazione e vedendo in lui solo un amico e un alleato nella difesa di National City e della Terra tutta. La protagonista non avrà però tempo di riflettere su questa sua decisione e sulle potenziali conseguenze, perché ben presto un Marziano Bianco di nome Armek si presenterà deciso a riportare sul suo pianeta d'origine quella che, secoli prima, era stata la sua compagna, così che questa possa scontare la sua terribile pena.
Nonostante premesse iniziali molto originali, a partire dall'arrivo di nuovi e potenti nemici alieni, sino alla situazione - claustrofobica e imprevedibile - nella quale i protagonisti si trovano ad affrontarli, The Martian Chronicles è un capitolo tra i più scialbi di Supergirl, frammentato e privo di mordente, caratterizzato inoltre da un incipit e soprattutto una sequenza finale impregnati - o forse inzuppati, meglio - di eccessivo (teen) drama, cosa che priva la narrazione di pathos e ritmo. Per non parlare del pretestuoso riferimento a non specificate "interferenze psichiche" che impediscono a J'onn di usare i suoi poteri, scelta narrativa piuttosto criticabile. Per realizzare un buon episodio nel quale Kara e i protagonisti avrebbero affrontato i tanto temuti White Martians sarebbe bastato concentrarsi maggiormente sulla caratterizzazione dei nemici, e delle loro peculiari abilità, imbastendo - meglio - su queste una storia avvincente, invece che un banale "much ado about nothing" (tanto rumore per nulla).
Veniamo ora agli easter eggs e ai riferimenti ai fumetti DC Comics presenti in The Martian Chronicles, a partire dallo stesso titolo, speculare a quello di un racconto breve firmato dal celebre scrittore Ray Bradbury, grande e compianto innovatore del genere fantascientifico. Impossibile, inoltre, non cogliere come la trama di questo episodio si ispiri chiaramente a quella del film La cosa (The Thing) di John Carpenter, con i protagonisti intrappolati in una base militare assieme a una forma di vita aliena ostile e mutaforma.
I riferimenti all'Universo DC a fumetti sono perlopiù inerenti la mitologia e le storie dei marziani, a partire dal fatto che questi alieni sono molto longevi (la loro vita si misura in secoli) e che la loro principale debolezza è rappresentata dal fuoco, in grado di ferirli - così come la kryptonite per i kryptoniani - e soprattutto di indebolire i loro poteri psichici, costringendoli tra le altre cose a rivelare la loro vera forma. Il villain principale dell'episodio, Armek, ha un omonimo corrispettivo nei comics ed è stato tra gli avversari della Justice League of America durante il lungo e apprezzato ciclo dello sceneggiatore Grant Morrison. Viene inoltre menzionato H'ronmeer, Dio della Morte dei marziani, che più volte è stato citato nelle storia a fumetti di Martian Manhunter.