Supergirl 2x10, "We Can Be Heroes": la recensione

La nostra recensione del decimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato “We Can Be Heroes"

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Spoiler Alert
Il decimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato We Can Be Heroes e diretto da Rebecca Johnson, vede la protagonista cimentarsi in un terzo round contro quella che è nel tempo è di fatto divenuta la sua nemesi, Livewire, in possesso di straordinari poteri che la rendono una vera e propria batteria vivente, in grado di convertire qualsiasi tipo di energia in elettricità.

Questo nuovo capitolo della serie TV si apre mostrandoci il processo di allenamento di Mon-El sotto la supervisione di Supergirl: il giovane e potente alieno proveniente da Daxam è deciso a divenire un supereroe - nonostante non conosciamo ancora le sue vere motivazioni e abbiamo inteso che nasconde qualche scheletro nell'armadio - e Kara ha finalmente acconsentito a dargli la possibilità di mostrare il suo valore sul campo. Possibilità che si concretizza ben presto quanto una misteriosa detenuta di nome Lisa Gold, assieme a una guardia apparentemente corrotta, permette l'evasione della fu Leslie Willis, oggi meglio nota come la supercriminale Livewire, decisa a vendicarsi una volta per tutte di Supergirl.

Nel frattempo M'Gann M'orzz, la Marziana Bianca ora detenuta presso la struttura del D.E.O., dopo aver ingannato J'onn J'onnzz, ha un improvviso malore che la costringe in un coma apparentemente irreversibile: solo l'ultimo Marziano Verde - appunto J'onn - potrebbe salvarla, provando a risvegliare la sua mente per mezzo di quel particolare legame psichico con il quale gli abitanti di Marte comunicavano e condividevano ogni pensiero, ricordo ed emozione. La scelta di J'onnzz non sarà certo facile: aiutare o meno un'appartenente della razza che ha decimato crudelmente la sua, e che inoltre lo ha tradito nuovamente nel recente passato?

We Can Be Heroes è un episodio appena discreto, qualche gradino sotto il precedente

Nel climax dell'episodio andrà in scena una dura battaglia contro Livewire - che apparentemente dispone di nuovi e grandi poteri - che vedrà uniti Supergirl, Mon-El e anche Guardian, il quale è ancora indeciso se rivelare o meno la sua identità segreta - sotto l'elmetto di nasconde Jimmy Olsen - a Kara. Nelle battute finali, foriere di sorprese, la protagonista prenderà una decisione quantomeno discutibile, alcuni equilibri tra i personaggi cambieranno drasticamente e una nuova, grande minaccia si profilerà all'orizzonte.

We Can Be Heroes è un episodio appena discreto, qualche gradino sotto il precedente, ma che, grazie a una sceneggiatura che alla fine si dimostra abbastanza solida e coerente, porta il risultato a casa, trattando di temi importanti come il concetto di eroismo e di perdono senza cadere nella banalità, evitando becere derive retoriche. La narrazione è quindi buona, e il ritmo della stessa, sebbene singhiozzante a tratti, è sostenuto da una regia senza infamia né lode, che evita ogni tipo di virtuosismo mantenendosi sul classico e sul sicuro. Lo storytelling dell'episodio, infatti, ha il classico e stereotipato schema di questo tipo di prodotto televisivo: presentazione del "cattivo del giorno" che gli eroi non riescono a sconfiggere in prima battuta, accademico twist narrativo, conclusione in cui i buoni vincono e lieve cliffhanger finale per i prossimi capitoli, mentre le varie sotto-trame a media-lunga gittata sono portate avanti.

Se ci sono gradevoli sequenze molto incentrate sui personaggi, nelle quali Melissa Benoist conferma sia di essere un'attrice capace - e le cui capacità recitative sono in crescita - che di essersi perfettamente sincronizzata con il personaggio da lei interpretato, di contro abbiamo dei momenti quasi ridicoli, come la sequenza iniziale che mostra l'allenamento - con buffe sequenze in slow motion e rimando a Star Wars - di Supergirl e Mon-El: se ci sono davvero cose che possiamo imparare dalla visione di Superman del regista Zack Snyder, sono proprio le sequenze di combattimento tra kryptoniani de L'Uomo d'Acciaio, dove si accelera piuttosto che rallentare, e lo spettacolo ne guadagna sicuramente. Inoltre, perché ci piace trovare sempre il pelo nell'uovo, è perlomeno lecito chiedersi sia come mai una criminale con i poteri di Livewire sia detenuta in una normale prigione per "comuni mortali", sia perché Kara parli tranquillamente dei suoi trascorsi con la sua nemesi sulla scena del crimine in abiti civili da reporter alla presenza di alcuni agenti di polizia penitenziaria, sia infine perché i due marziani visualizzino se stessi con sembianze umane e non aliene nel loro ricordo condiviso che li "riporta" sul Pianeta Rosso: in sostanza, tutte scelte bizzarre e discutibili.

Praticamente nessun riferimento ai fumetti DC Comics in questo capitolo di Supergirl, fatta eccezione per i singolari occhiali indossati da Mon-El nella versione 1.0 - orribile - del suo costume da supereroe, che ricordano quelli indossati dal personaggio di Superboy nei comics degli anni Novanta.

Il titolo dell'episodio, We Can Be Heroes è una manifesta citazione del celeberrimo brano Heroes, del compianto David Bowie, mentre l'attrice che interpreta il personaggio di Lisa Gold è Jessie Graff stunt woman professionista, massima esperta di diverse arti marziali, conosciuta negli USA come storica partecipante dello show America Ninja Warrior, nonchè grande fan di Supergirl.

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