Supergirl 2x10, "We Can Be Heroes": la recensione
La nostra recensione del decimo episodio della seconda stagione di Supergirl, intitolato “We Can Be Heroes"
Questo nuovo capitolo della serie TV si apre mostrandoci il processo di allenamento di Mon-El sotto la supervisione di Supergirl: il giovane e potente alieno proveniente da Daxam è deciso a divenire un supereroe - nonostante non conosciamo ancora le sue vere motivazioni e abbiamo inteso che nasconde qualche scheletro nell'armadio - e Kara ha finalmente acconsentito a dargli la possibilità di mostrare il suo valore sul campo. Possibilità che si concretizza ben presto quanto una misteriosa detenuta di nome Lisa Gold, assieme a una guardia apparentemente corrotta, permette l'evasione della fu Leslie Willis, oggi meglio nota come la supercriminale Livewire, decisa a vendicarsi una volta per tutte di Supergirl.
Nel climax dell'episodio andrà in scena una dura battaglia contro Livewire - che apparentemente dispone di nuovi e grandi poteri - che vedrà uniti Supergirl, Mon-El e anche Guardian, il quale è ancora indeciso se rivelare o meno la sua identità segreta - sotto l'elmetto di nasconde Jimmy Olsen - a Kara. Nelle battute finali, foriere di sorprese, la protagonista prenderà una decisione quantomeno discutibile, alcuni equilibri tra i personaggi cambieranno drasticamente e una nuova, grande minaccia si profilerà all'orizzonte.
Se ci sono gradevoli sequenze molto incentrate sui personaggi, nelle quali Melissa Benoist conferma sia di essere un'attrice capace - e le cui capacità recitative sono in crescita - che di essersi perfettamente sincronizzata con il personaggio da lei interpretato, di contro abbiamo dei momenti quasi ridicoli, come la sequenza iniziale che mostra l'allenamento - con buffe sequenze in slow motion e rimando a Star Wars - di Supergirl e Mon-El: se ci sono davvero cose che possiamo imparare dalla visione di Superman del regista Zack Snyder, sono proprio le sequenze di combattimento tra kryptoniani de L'Uomo d'Acciaio, dove si accelera piuttosto che rallentare, e lo spettacolo ne guadagna sicuramente. Inoltre, perché ci piace trovare sempre il pelo nell'uovo, è perlomeno lecito chiedersi sia come mai una criminale con i poteri di Livewire sia detenuta in una normale prigione per "comuni mortali", sia perché Kara parli tranquillamente dei suoi trascorsi con la sua nemesi sulla scena del crimine in abiti civili da reporter alla presenza di alcuni agenti di polizia penitenziaria, sia infine perché i due marziani visualizzino se stessi con sembianze umane e non aliene nel loro ricordo condiviso che li "riporta" sul Pianeta Rosso: in sostanza, tutte scelte bizzarre e discutibili.
Praticamente nessun riferimento ai fumetti DC Comics in questo capitolo di Supergirl, fatta eccezione per i singolari occhiali indossati da Mon-El nella versione 1.0 - orribile - del suo costume da supereroe, che ricordano quelli indossati dal personaggio di Superboy nei comics degli anni Novanta.
Il titolo dell'episodio, We Can Be Heroes è una manifesta citazione del celeberrimo brano Heroes, del compianto David Bowie, mentre l'attrice che interpreta il personaggio di Lisa Gold è Jessie Graff stunt woman professionista, massima esperta di diverse arti marziali, conosciuta negli USA come storica partecipante dello show America Ninja Warrior, nonchè grande fan di Supergirl.