Super Mario Party è del tutto ordinario - Recensione

Una festa tranquilla: la recensione di Super Mario Party

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


Condividi

Cosa aggiunge l'aggettivo Super a Mario Party? In realtà poco, pochissimo, perché il nuovo capitolo della serie, Super Mario Party, per Nintendo Switch, è esattamente come molti dei suoi predecessori, una produzione realizzata con in mente il multiplayer locale, un gioco da tavola inframezzato da chiacchiere e minigiochi, e che addirittura fa un passo indietro rispetto al nono e al decimo episodio, perché i personaggi tornano a muoversi singolarmente dopo il lancio del dado, e non tutti insieme su di uno strambo veicolo (una soluzione per cercare di eliminare i tempi morti che non aveva mai veramente convinto). Super Mario Party è quindi un esponente molto classico della saga alla quale appartiene, con tutti i pro e contro, ormai decennali, del boardgame secondo Nintendo.

È tra un ampio roster di protagonisti, che vanno da quelli tradizionali (Mario, Peach, Yoshi) a quelli più bizzarri (Tartosso, Tipo Timido, Tantatalpa) che il giocatore può andare a scegliere la sua pedina, con la quale affrontare le varie modalità di gioco che compongono un'offerta ludica discretamente variegata. Cuore della produzione è ovviamente Mario Party, un gioco da tavola che si svolge su quattro differenti plance (non particolarmente ispirate), nel quale ogni giocatore (quattro quelli in ballo) tira un dado, affronta quanto la casella di destinazione prevede e, alla fine di ogni turno, un minigioco, il tutto cercando di ottenere il maggior numero di stelle, disseminate sul tabellone. Le dinamiche sono arcinote per gli appassionati della serie, così come i tempi, che sono da sempre la croce di ogni capitolo, anche di questo. Non si riesce a capire perché Nd Cube, team di sviluppo, indugi ancora in interruzioni più o meno noiose e frequenti dell'azione, come il riepilogo delle posizioni (quando sono comodamente sempre segnate in alto allo schermo) o l'annuncio dei turni. Si trattava di difetti scusabili qualche anno fa, ma ora, anzi in realtà da un bel pezzo, non più, anche perché il gioco è molto semplice nelle dinamiche e nelle regole e non c'è costantemente bisogno di essere tenuti per la manina. Il fattore fortuna continua poi ad avere un peso troppo importante, perché vedersi cicciare fuori un paio di stelle davanti annulla ogni necessità di sforzarsi nei minigiochi.

[caption id="attachment_189754" align="aligncenter" width="1200"]Super Mario Party screenshot Occhio![/caption]

Quanto deriva da quanto appena descritto è ovvio, Super Mario Party, come ogni altro Mario Party prima di lui, è assolutamente soporifero se giocato da soli nella sua modalità più rilevante, ma persino in due; solo in tre e quattro giocatori ci si diverte, quando è l'interazione umana a sovrastare i tanti, troppi tempi morti. Anche in quel caso è comunque l'arrivo del minigioco il momento più atteso e per fortuna le piccole e quasi istantanee sfide sono molto godibili. È chiaro che con vent'anni di storia alle spalle siano veramente pochi quelli che risultano veramente nuovi e freschi, ma il livello è del tutto soddisfacente, merito di una varietà che fa affidamento su molteplici combinazioni tra stick direzionale, pulsanti e sensori di movimento. Il nostro preferito è sicuramente quello nel quale cuocere alla perfezione le sei facce di un cubetto di carne, facendolo saltare in padella grazie proprio ai giroscopi.

"l'arrivo del minigioco è il momento più atteso e per fortuna le piccole e quasi istantanee sfide sono molto godibili"Si affiancano alla principale una serie di altre modalità atte a rimpinguare l'offerta ludica e a fornire un po' di varietà ai giocatori. Il Minigiocathon è sicuramente quella di più rapida e quindi divertente fruizione, proponendo semplicemente di affrontare di seguito una serie di cinque minigiochi e stabilendo il vincitore in base alle performance in ognuno di essi, quella da consigliare qualora aveste gente a casa. Acque selvagge ispira molto a una prima occhiata, chiede ai giocatori di affrontare i flutti e pagaiare forte (sì, muovendo i Joy-Con), percorrendo un torrente entro il tempo prestabilito, rimpolpabile affrontando dei minigiochi durante la discesa, ma in realtà le rapide offrono poca sfida e quindi si rivelano poco attraenti. Una variazione di Mario Party è Partner Party, due squadre da due si affrontano su un tabellone nel quale ci si può muovere liberamente, ma non se ne percepisce davvero l'utilità. L'online, novità per la serie, si limita solo al Minigiocathon (e richiede l'abbonamento al servizio Nintendo Switch Online).

[caption id="attachment_189755" align="aligncenter" width="1200"]Super Mario Party screenshot Acque (poco) selvagge[/caption]

Poco super e molto ordinario è in definitiva Super Mario Party, anche in una tecnica giusto discreta e in una direzione artistica collaudatissima. Senza infamia e senza lode, si aggiunge alla folta schiera di capitoli della serie, intrattenimento occasionale per occasionali serate, ma produzione ludica non particolarmente rilevante.

Continua a leggere su BadTaste