Super Mario Party è del tutto ordinario - Recensione
Una festa tranquilla: la recensione di Super Mario Party
È tra un ampio roster di protagonisti, che vanno da quelli tradizionali (Mario, Peach, Yoshi) a quelli più bizzarri (Tartosso, Tipo Timido, Tantatalpa) che il giocatore può andare a scegliere la sua pedina, con la quale affrontare le varie modalità di gioco che compongono un'offerta ludica discretamente variegata. Cuore della produzione è ovviamente Mario Party, un gioco da tavola che si svolge su quattro differenti plance (non particolarmente ispirate), nel quale ogni giocatore (quattro quelli in ballo) tira un dado, affronta quanto la casella di destinazione prevede e, alla fine di ogni turno, un minigioco, il tutto cercando di ottenere il maggior numero di stelle, disseminate sul tabellone. Le dinamiche sono arcinote per gli appassionati della serie, così come i tempi, che sono da sempre la croce di ogni capitolo, anche di questo. Non si riesce a capire perché Nd Cube, team di sviluppo, indugi ancora in interruzioni più o meno noiose e frequenti dell'azione, come il riepilogo delle posizioni (quando sono comodamente sempre segnate in alto allo schermo) o l'annuncio dei turni. Si trattava di difetti scusabili qualche anno fa, ma ora, anzi in realtà da un bel pezzo, non più, anche perché il gioco è molto semplice nelle dinamiche e nelle regole e non c'è costantemente bisogno di essere tenuti per la manina. Il fattore fortuna continua poi ad avere un peso troppo importante, perché vedersi cicciare fuori un paio di stelle davanti annulla ogni necessità di sforzarsi nei minigiochi.
Quanto deriva da quanto appena descritto è ovvio, Super Mario Party, come ogni altro Mario Party prima di lui, è assolutamente soporifero se giocato da soli nella sua modalità più rilevante, ma persino in due; solo in tre e quattro giocatori ci si diverte, quando è l'interazione umana a sovrastare i tanti, troppi tempi morti. Anche in quel caso è comunque l'arrivo del minigioco il momento più atteso e per fortuna le piccole e quasi istantanee sfide sono molto godibili. È chiaro che con vent'anni di storia alle spalle siano veramente pochi quelli che risultano veramente nuovi e freschi, ma il livello è del tutto soddisfacente, merito di una varietà che fa affidamento su molteplici combinazioni tra stick direzionale, pulsanti e sensori di movimento. Il nostro preferito è sicuramente quello nel quale cuocere alla perfezione le sei facce di un cubetto di carne, facendolo saltare in padella grazie proprio ai giroscopi.
[caption id="attachment_189755" align="aligncenter" width="1200"] Acque (poco) selvagge[/caption]
Poco super e molto ordinario è in definitiva Super Mario Party, anche in una tecnica giusto discreta e in una direzione artistica collaudatissima. Senza infamia e senza lode, si aggiunge alla folta schiera di capitoli della serie, intrattenimento occasionale per occasionali serate, ma produzione ludica non particolarmente rilevante.