Super Mario Odyssey, un Mario così non lo si era mai visto prima - Recensione

La baffuta icona dei videogiochi è tornata, in un'avventura dal sapore tutto nuovo: la recensione di Super Mario Odyssey

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Super Mario Odyssey è, probabilmente, il capitolo della serie più coraggioso di sempre. Un bel giorno Mario si dimentica delle piattaforme multicolore sulle quali salta da decennni, delle sue scampagnate antigravitazionali, persino dei suoi innumerevoli hobby, mosso da un istinto a lui noto, quello per l'avventura, ma approcciandosi ad un genere videoludico per lui totalmente inesplorato: l'adventure, appunto. Nel momento in cui Mario, e quindi Nintendo, decidono di aprirsi ad una nuova esperienza viene fuori un videogioco unico, che è praticamente impossibile avvicinare, per gameplay, stuttura, ritmo, ad uno qualunque dei suoi predecessori. Potrebbe essere forse un Super Mario 64 moderno, perché come il videogioco del 1996, fa spesso affidamento sul colpo d'occhio e sulla voglia di esplorare, ma rispetto ad esso è strutturato in maniera totalmente diversa, perché è più grande e più denso e quindi più avventuroso. Allo stesso modo, però, ha anche una natura platform particolare, meno serrata e più fluida, che va oltre il blocco e la piattaforma, e mano a mano che i mondi scorrono sotto lo scafo della Odyssey, vascello deputato a trasportare il baffuto e Cappy, il fantasma che gli fa da cappello, nella loro impresa, il giocatore capisce che un Mario così non l'ha mai giocato.

Nella sua costante ricerca dell'amore di Peach, Bowser stavolta ha fatto le cose per bene, non limitandosi solo a rapirla, ma preparando un matrimonio in grande stile, per il quale occorrono oggetti particolari, custoditi, ovviamente, nei regni che costituiscono l'ambientazione del gioco. Super Mario Odyssey è un inseguimento continuo, con il baffuto alla caccia del re dei koopa, in un'alternanza di momenti che concede anche spazio a piccoli scoramenti, fino ad un finale prevedibile negli esiti ma per niente nello svolgimento. E' proprio l'epilogo uno dei momenti più intensi della serie, in omaggio a quella tradizione che soprattutto nei capitoli tridimensionali infila eventi dal forte impatto emotivo, ma in realtà in tutta la produzione si respira un'aria diversa, perché i toni saranno pur sempre quasi costantemente sopra le righe, ma quelle brevi e occasionali variazioni rimangono particolarmente impresse.

[caption id="attachment_178694" align="aligncenter" width="1280"]Super Mario Odyssey screenshot Sempre pingue, ma mai così rapido e agile, Mario si controlla che è una bellezza[/caption]

La particolarità di Super Mario Odyssey deriva quindi da tanti elementi, alcuni nemmeno particolarmente visibili, inerenti a tutti gli aspetti della produzione, ma il più evidente è probabilmente il ruolo del salto nell'economia del gameplay. L'azione principe del platform è comunque la più utilizzata, ma il level design fa affidamento in maniera intensiva anche su altre per imbastire la colossale ricerca delle lune, carburante della navicella e obiettivo del giocatore. Il gioco ha una sua progressione ben scandita per ogni regno: l'arrivo su di esso, la risoluzione del problema che lo attanaglia, che molto spazio concede all'esplorazione, ma non in maniera totale, dato che alcuni impedimenti permangono fino al completamento dell'obiettivo, dopo il quale solitamente si ha l'intera zona a propria disposizione, per esplorarne ogni anfratto. Ecco, soprattutto nella prima fase l'utilizzo delle peculiarità dei nemici, dominabili col semplice lancio del cappello, è implementato in maniera massiccia, ed è una meraviglia.

Anche il solo vedere un goomba coi baffi e il cappello rosso divertirebbe, figuriamoci essere costantemente stuzzicati nello sperimentare da un level design che sicuramente è meno articolato che in passato, ma porta sempre impresso il marchio di Nintendo, che della materia è maestra indiscussa. Spazio allora a verticalismi arditi, sui quali arrampicarsi utilizzando le allungabili gambette di una creaturina che sembra un cavolo, passaggi da scoprire dopo aver cannoneggiato le rocce che li nascondevano nei panni, anzi nella corazza, di un carro armato, speroni situati dietro angoli, sui quali arrivare facendo allungare il corpo di un variopinto bruco, camminamenti visibili solo con gli occhiali di un modaiolo moai; sono solo alcune delle innumerevoli trasformazioni possibili, rivelarne ulteriori sarebbe un crimine, perché Super Mario Odyssey è un videogioco che più che sulle abilità salterine si concentra sulla sorpresa della scoperta.

[caption id="attachment_178695" align="aligncenter" width="1280"]Super Mario Odyssey screenshot Mario e Cappy viaggiano per il mondo a bordo della navicella Odyssey[/caption]

E' per questo motivo che i regni sono disseminati di stelle, per invogliare continuamente il giocatore a correre, saltare, arrampicarsi, trasformarsi, ficcandosi in ogni tubo, ruotando la telecamera alla ricerca di segreti, vagando a volte anche senza meta, venendo ricompensati dallo scorgere un bagliore in lontananza. I grandi spazi delle aree sono colmi di sostanza ludica che fa affidamento su abilità e intelligenza per essere goduta, capace di prendere forma a volte in modi totalmente inaspettati, perché se gli intermezzi bidimensionali sono stati più volte mostrati nel materiale promozionale non lo sono stati, ad esempio, i momenti nei quali si ritorna alle basi più platform, o altri ancora che vi lasciamo tutto il piacere di scoprire.

"Super Mario Odyssey è un videogioco che più che sulle abilità salterine si concentra sulla sorpresa della scoperta"Nell'estensione del platform su dimensioni più avventurose Super Mario Odyssey diverte, appassiona e stupisce quindi, ma non è perfetto. La maggior parte delle lune richiede un minimo sforzo per essere ottenute, altre impegnano davvero, sempre più nella ricerca che nella cattura in realtà, ma un comunque consistente numero di esse è agguantabile senza difficoltà alcuna, ed è vero che visto il loro esorbitante numero ciò poco importa, così come che la progressione lo permette, perché quando si prende una luna l'esplorazione non viene interrotta tornando alla nave, evitando così la distruzione del ritmo, ma lo è altrettanto che ne deriva una spiacevole sensazione di riempitivo e di eccessiva semplicità, quest'ultima in realtà estendibile al gioco tutto. L'essere poco sfidante, persino nei momenti squisitamente platform, è l'unico ma grande difetto del gioco, che mai mette in difficoltà, e non perché siano state eliminate le vite, ma proprio perché mancano situazioni nelle quali sbattere il muso su di un passaggio particolarmente ostico, ciò non avviene nemmeno nel post game, fase che nei Mario tridimensionali è solitamente foriera di maledizioni e improperi.

[caption id="attachment_167026" align="aligncenter" width="1280"]Super Mario Odyssey screenshot Il regno dei Fornelli è tra i più colorati, abitato da strambi esseri a forma di forchetta[/caption]

Super Mario Odyssey è comunque l'ennesimo reinventarsi, con successo, della mascotte videoludica più amata. Si tratta di un videogioco eccezionale, con i soliti valori produttivi di qualità indiscutibile, artisticamente bellissimo, morbido, sfavillante, colorato, dalla colonna sonora sopraffina, che compie nei confronti della saga un'operazione simile a quella operata da Breath of the Wild con The Legend of Zelda, un rinnovarsi ed espandersi rispetto ai capitoli precedenti, non nella stessa incredibile e perfetta maniera, ma comunque in modo straordinario. Non esalta il salto, a quello pensò Super Mario Galaxy, altra clamorosa ma perfettibile reinvenzione della serie (e lì arrivò un seguito, a raggiungere l'apice), bensì la sensazione di scoperta. E' un Mario tutto nuovo, come non lo si era mai visto prima.

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