Super Mario Bros - Il film, la recensione
Il mondo di Super Mario non viene nemmeno sfiorato dal punto di vista grafico ma rimescolato narrativamente per avere (poco) senso in un film.
La recensione di Super Mario Bros - Il film, in uscita in sala dal 5 aprile
Mario e Luigi sono due idraulici di Brooklyn, sono fratelli e vivono con la famiglia italiana e rumorosa. Mario ha ancora la sua cameretta in cui gioca con il NES (a Kid Icarus). I due da poco si sono messi in proprio ma nessuno gli dà fiducia, nemmeno i genitori. Mario però sogna un domani più grande, sogna di essere un eroe dell’idraulica (qualsiasi cosa significhi). Proprio nel tentativo di salvare Brooklyn da una perdita gigante scopre un tubo verde che risucchia lui e suo fratello portandoli in un mondo fantastico in cui sì essere un eroe e salvare il mondo dei funghi da Bowser.
Se c’è un verso giusto da cui prendere questo film quindi è nel godimento del platforming atletico in stile parkour fatto in città, nelle diverse riorchestrazioni dei temi dei videogiochi e nel tentativo di comunicare l’insopprimibile gioia di Mario attraverso un accumulo selvaggio e massiccio di tutto ma proprio tutto quello che è mai comparso in un gioco della saga. Perché per il resto, rispetto ad altri film tratti da proprietà intellettuali come fu The Lego Movie, questo non ha nessuna voglia di riflettere su ciò che propone, non ha idee sui videogiochi, sulla strana figura di Mario o sul sincretismo culturale da cui nasce. Niente. Questo è un film che come spesso avviene nelle produzioni Illumination è realizzato benissimo (specialmente per l’attenzione nel dare sostanza ai vari materiali di cui sono fatte le cose) ma vive unicamente delle sue gag.
Fortunatamente spesso divertenti.