Summer of 85 ('Été 85'), la recensione | TIFF 20

François Ozon propone con Summer of 85 ('Été 85'), presentato al Toronto Film Festival 2020, una storia d'amore e di crescita un po' malinconica e poco incisiva

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Summer of 85 ('Été 85) riporta il regista François Ozon verso atmosfere e situazioni che hanno contraddistinto alcune fasi non più recenti della sua carriera proponendo un racconto dedicato ai primi amori, alle ossessioni e al potere dell'arte, tutti mescolati con un pizzico di mistero e malinconia per gli anni '80.

Ispirandosi al romanzo Un amico per sempre/Danza sulla mia tomba scritto da Aidan Chambers, il regista ambienta la storia del film, che era stato selezionato per il Festival di Cannes e presentato al Toronto Film Festival 2020, nel nord della Francia rivelando fin dalle prime battute che uno dei protagonisti ha perso la vita, lasciando in sospeso in che modo e il motivo per cui ci sono degli interrogatori in corso.

Alexis (Félix Lefebvre) è un teenager che deve decidere se lasciare gli studi o proseguire a dare spazio per il suo amore per la letteratura. Durante un'escursione in barca il ragazzo si ritrova in difficoltà a causa delle condizioni meteo e viene salvato dal diciottenne David (Benjamin Voisin), che lo porta a casa dove conosce la madre del suo nuovo amico (Valeria Bruni-Tedeschi).
Tra i due teenager inizia un'amicizia che sembra destinata a trasformarsi in amore e Alexis si ritrova immerso in un rapporto apparentemente positivo che assume però ben presto le caratteristiche di un'ossessione.

L'atmosfera che contraddistingue il nuovo lavoro di Ozon è simile a quella della fine dell'estate: la leggerezza è ancora percepibile, ma le giornate iniziano ad accorciarsi e le responsabilità sono proprio dietro l'angolo. La ricostruzione degli anni '80, attraverso i costumi e la colonna sonora dominata dai brani dei The Cure, è ben riuscita e contribuisce a sostenere una narrazione che lascia in secondo piano il mistero introdotto relativo a una morte, annunciata fin dai primi minuti, di cui si scopriranno progressivamente i dettagli tramite l'intrecciarsi di due dimensioni temporali.
Félix Lefebvre e Benjamin Voisin, nonostante la loro giovane età, gestiscono bene due personaggi quasi agli antipodi per forza vitale e carisma, dando vita a un legame che viene ricordato in più momenti in modo quasi idealizzato, seguendo un po' il fervore giovanile dei primi amori e dell'inizio del proprio percorso verso l'età adulta, andando alla ricerca di ciò che ci rende completi e, se possibile, felici. Il regista si affida nuovamente a idee già al centro delle sue opere passate, come il potere della scrittura e la gestione dell'ossessione, per sviluppare la gestione del lutto e dei traumi di Alex, pur faticando a trovare l'approccio giusto nel momento più importante del confronto personale con la morte su cui ruota il racconto.
Summer of 85 ('Été 85)
delinea inoltre a grandi linee la figura degli adulti, affidando a Valeria Bruni Tedeschi un personaggio un po' sopra le righe e stralunato da cui sembra ormai non riuscire ad allontanarsi mai veramente nella sua carriera, dando spazio a riflessioni sulla vita (e morte) poco incisive seppur interessanti, e, soprattutto, soffrendo il confronto con altre opere recenti dedicate a coming out giovanili ed esplorazioni della propria sessualità e individualità di cui non raggiunge il livello di intensità ed originalità.

Il nuovo film di Ozon firma così un'opera che appare fin troppo ancorata al passato che fatica a rendere memorabili i protagonisti e la loro storia, nonostante più di una scena ben ideata per trasmetterne le emozioni e il bisogno di un momento in cui entrare in contatto con il proprio dolore e poi provare a superarlo. Summer of 85' ('Été 85) sa coinvolgere, ma non lascia il segno, introducendo però due giovani interpreti da tenere d'occhio nei prossimi anni.

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