Suicide Squad/Harley Quinn 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Suicide Squad/Harley Quinn targato Rinascita, pubblicato da RW Edizioni - Lion Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo aver ritrovato una scatola anonima, Harley decide dare un nuovo scopo alla propria vita seguendo i consigli contenuti in alcune lettere: aiutare i supercriminali diventando la loro terapista. Man-Bat è solo il primo di una serie di pazienti che, più o meno controvoglia, si affideranno alle cure della folle dottoressa.
A rendere ancora più appetibile il tutto ci pensa l’arte di Jim Lee e Sean Galloway. Il primo si occupa dell'incipit e del finale della storia - calati nel "mondo reale" - con il suo inconfondibile tratto potente ed energico; a Galloway tocca invece il segmento centrale, caratterizzato da un’ambientazione onirica, giocata sul suo stile cartoony. Questo contrasto visivo permette di rimarcare la follia di Harley Quinn, costantemente in bilico tra realtà e immaginazione.
Dopo un duro faccia a faccia con l’allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la Waller deve rimettere insieme la banda. Un primo nucleo entra subito in azione – lasciamo a voi il piacere di scoprire da quali personaggi sia formato – ma, a parte le variazioni del cast, niente di nuovo sotto al sole, con l’atmosfera che è simile a quella della precedente serie. Le tavole sono opera di Philp Tan, artefice di una buona prova, purtroppo inficiata dalla presenza di ben tre inchiostratori a supportarlo, cosa che porta a una resa finale dalla qualità altalenante.
Chiude l'albo Il Professionista, prologo della nuova serie di Deathstroke - che si alternerà su queste pagine con le storie di Deadshot - scritto da Christopher Priest e disegnato da Carlo Pagulayan. Facciamo la conoscenza di Slade Wilson, del suo travagliato rapporto con i figli e del violento mondo dei mercenari che abita. Priest realizza una storia ricca di intrighi, con il protagonista che si deve muovere in bilico tra falsi amici, governi canaglia e il rischio di mettere la sua vita in mano alle persone sbagliate.
La narrazione si articola su due piani temporali che permettono al lettore di entrare in sintonia con Deathstroke e il suo vissuto. Belle le tavole di Pagulayan, caratterizzate da uno storytelling dinamico ed espressivo, arricchito dalle cupe tinte di Jeromy Cox. Sicuramente la lettura più stimolante dell'albo.