Suicide Squad: Kill the Justice League, la recensione
Suicide Squad: Kill the Justice League non è un titolo perfetto, ma vanta diversi punti di forza che lo rendono quantomeno "divertente"
Sin dal suo annuncio, Suicide Squad: Kill the Justice League è stato un titolo criticato dai giocatori di tutto il mondo. Giocatori che vedono Rocksteady Studios come gli autori della splendida trilogia composta da Batman: Arkham Asylum, Batman: Arkham City e Batman: Arkham Knight (dimenticandosi tra l’altro dell’ottimo Batman: Arkham VR) e incapaci di comprendere il significato della parola “spin-off”. Per chi non lo sapesse, con “spin-off” si intende un’opera derivata da una proprietà intellettuale preesistente, ma caratterizzata da elementi narrativi e da una struttura differente. Super Mario Kart è uno spin-off di Super Mario. Metal Gear Rising: Revengeance è uno spin-off di Metal Gear. NieR è uno spin-off di Drakengard. Metroid Prime è uno spin-off di Metroid. E così via.
Suicide Squad: Kill the Justice League è stato infatti presentato al DC FanDome del 2020, ottenendo reazioni miste. Reazioni che si sono esacerbate mese dopo mese, raggiungendo toni estremamente negativi nel febbraio del 2023, quando il gioco è tornato a farsi vedere allo State of Play di Sony. Rocksteady ha quindi deciso di posticipare la release dal 26 maggio 2023 al 2 febbraio 2024, promettendo di lavorare sul titolo per fare in modo di limare le critiche riportate dal popolo del web. Ebbene, il 2 febbraio è arrivato e noi ci siamo catapultati a Metropolis in compagnia di Captain Boomerang, Harley Quinn, Deadshot e King Shark.
CRISI SULLE TERRE INFINITE
La trama di Suicide Squad: Kill the Justice League si fonda su un’idea tanto assurda, quanto interessante. Metropolis è stata invasa dall’alieno Brainiac, che ha corrotto Superman, Batman, Lanterna Verde e Flash, rendendoli suoi schiavi e portando all’esasperazione i loro difetti. Amanda Waller, a capo dell’organizzazione A.R.G.U.S., ha quindi deciso di assoldare alcuni criminali per una missione suicida: uccidere la Justice League. Questa è la base di partenza di un’avventura folle ed esagerata che vedrà i quattro succitati villain trovare un modo per mettere fine all’invasione aliena… prima che sia troppo tardi.
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La storia scritta da Ben Schroder, Martin Lancaster, Grant Roberts, Sefton Hill e Ian Ball parte da una base molto semplice, pensata per mettere in scena situazioni via via sempre più esagerate. Ci troviamo di fronte a un racconto ben narrato, con dialoghi divertenti in pieno stile James Gunn e con diversi colpi di scena dai toni a dir poco epici. Harley, Deadshot, Boomerang e King Shark sono inoltre caratterizzati alla perfezione ed è impossibile non legare con questi quattro personaggi sboccati e cattivi come è giusto che siano i criminali dei fumetti.
Non tutto, però, funziona alla perfezione sotto il profilo narrativo. Alcuni momenti, in particolar modo la sconfitta di un paio di membri della Justice League, non vengono valorizzati a dovere e, soprattutto, la storia non raggiunge una vera e propria conclusione. Nulla di grave per un GaaS (Game as a Service), ma è innegabile che il finale lasci l’amaro in bocca. I fan dei fumetti targati DC Comics non potranno poi non notare almeno un paio di situazioni bizzarre, che possono quasi sembrare un errore di comprensione del materiale originale. Non è chiaro se si tratti di vere e proprie sviste, quanto piuttosto di un approccio differente rispetto alle regole del mondo dei fumetti. Quel che è certo, però, è che se siete lettori assidui dei supereroi, potreste rimanere contrariati da alcune soluzioni narrative tanto epiche quanto assurde.
SPARA TU CHE SPARO ANCH’IO
Ma che cos’è, pad alla mano, Suicide Squad: Kill the Justice League? La nuova opera di Rocksteady Studios è un looter shooter in terza persona con una struttura live service. Il risultato è un progetto dall’anima spezzata a metà, caratterizzato da pregi e difetti. I quattro protagonisti sono infatti ben differenziati nel sistema di movimento e nell’approccio agli scontri. Scontri che risultano estremamente divertenti, con un gunplay solido e un ritmo frenetico in grado di trasmettere assuefazione. Ci siamo trovati a giocare per quasi trenta ore senza nemmeno rendercene conto, scattando a destra e a manca per svolgere missioni secondarie per il semplice gusto di uccidere orde di avversari. E questo è, innegabilmente, il pregio più grande di Suicide Squad.
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D’altro canto, però, è evidente una pessima gestione delle succitate missioni secondarie, troppo simili tra loro e incapaci di rivaleggiare con i massimi esponenti del genere. Discorso molto simile per il mondo di gioco. Metropolis è un parco giochi che viene visitato di sfuggita e passando per i tetti, ma non riesce a essere né interessante da esplorare né abbastanza varia da differenziare i vari quartieri. Questa monotonia diventa presto evidente, cancellando immediatamente il carisma di una città che poteva (e forse doveva) essere più interessante da percorrere. Difficile difendere anche la gestione delle abilità ottenibili salendo di livello. Si tratta, infatti, di percentuali e numeri che poco trasmettono al giocatore, che si troverà presto ad acquistare i perk senza nemmeno soffermarsi a valutarli.
Suicide Squad: Kill the Justice League, in quanto GaaS, verrà aggiornato nei prossimi mesi con missioni, personaggi e ambienti nuovi. Questo significa che l’analisi di questa recensione è solo momentanea. Visto il divertimento genuino dello shooting e l’ottima implementazione del comparto multiplayer, vogliamo essere lungimiranti e sperare che il titolo possa davvero decollare. Il potenziale c’è e, nonostante difficilmente possa diventare un capolavoro, Suicide Squad ha le carte in regola per divertire coloro alla ricerca di un titolo spensierato.
MUSCOLI E CORDE VOCALI
Non giriamoci attorno: Suicide Squad: Kill the Justice League è un titolo visivamente impressionante. Ignorate tutti i paragoni fatti sul web con Arkham Knight settato a “Ultra” e Suicide Squad a “Low”. Rocksteady Studios ha dato vita a modelli incredibili, con dei dettagli di molto superiori ad altri titoli ben più blasonati. Le microespressioni facciali, le texture dei costumi e la garanzia dei 60fps su qualsiasi piattaforma non deve lasciare dubbi sull'ottimo risultato ottenuto dal team inglese.
Discorso diverso, purtroppo, per il doppiaggio in italiano. O almeno in parte. Francesco Rizzi porta in scena un boomerang eccezionale, sboccato, assurdo e divertente. Un’interpretazione sopra le righe che ci ha costantemente lasciati col sorriso stampato in faccia, facendoci scegliere proprio Boomerang come personaggio principale della nostra avventura. Meravigliosa anche la Harley Quinn di Chiara Francese, che ha saputo trasmettere il carisma e la follia della criminale di Gotham City. Imperdonabile, invece, il Deadshot di Gianni Gaude, costantemente fuori parte e mal amalgamato con gli altri personaggi. Segnaliamo l’assurda assenza di Marco Balzarotti nei panni di Batman, sostituito da una voce più simile alla controparte cinematografica interpretata da Christian Bale. Un vero peccato.
SUICIDE SQUAD: KILL THE JUSTICE LEAGUE
E quindi com’è questo Suicide Squad: Kill the Justice League? Semplice: è un gioco divertente, dall’anima scanzonata e che potrebbe regalare soddisfazioni ai giocatori meno pretenziosi. Sia chiaro: i problemi legati alla struttura GaaS sono evidenti, l’open world non brilla e possiamo anche discutere su alcune scelte narrative, ma pad alla mano il gioco è appagante. I ragazzi di Rocksteady sono evidentemente in gamba e vogliamo credere che possano porre rimedio a tutte le mancanze elencate in questa recensione nei prossimi mesi. Quel che è certo è che non siamo di fronte alla disfatta totale che tutti si aspettavano. E "per fortuna", oseremmo aggiungere.